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Dieta vegana e vegetariana causano danni neurologici al feto

Da Redazione

Marzo 02, 2018

Dieta vegana e vegetariana causano danni neurologici al feto

dieta-vegan-danni-neurologiciE se il veganesimo e il vegetarianesimo provocassero danni gravi al feto? Cari lettori di zz7, ci poniamo questa domanda perché, secondo un recente studio, la carenza di vitamina B12 aumenta il rischio di gravi danni neurologici per il neonato. Le donne vegane e vegetariane, dunque, dovrebbero prestare maggiore attenzione alla loro alimentazione, almeno durante la gravidanza.

Vitamina B12 presente negli alimenti di origine animale

Un team di studiosi dell’ospedale Bambino Gesù di Roma e dell’ospedale Meyer di Firenze ha scoperto, mediante lo screening neonatale esteso, che l’alimentazione erronea della madre comporta una forte mancanza della suddetta vitamina. Col passar del tempo i casi sono aumentati ed ora gli studiosi sono allarmati. Carlo Dionisi Vici, coordinatore dell’unità operativa complessa di patologia metabolica del nosocomio Bambino Gesù di Roma ha detto: ‘La vitamina B12, o cobalamina, è contenuta negli alimenti di origine animale, ha un importante ruolo nello sviluppo del sistema nervoso centrale e il suo fabbisogno aumenta in gravidanza. Se la madre non ne assume abbastanza, o peggio non ne assume affatto, può creare al neonato danni neurologici già in utero, che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l’allattamento’.

La pericolosità delle diete vegana e vegetariana in gravidanza

L’esperto continua asserendo che la carenza materna di vitamina B12 oggi riguarda un neonato su 4mila, ovvero oltre ‘100 casi l’anno in Italia, che non sono affatto pochi. Questa condizione si riscontra nei figli degli immigrati provenienti da Paesi come il Pakistan, il Bangladesh o l’India, che per tradizione hanno una dieta prevalentemente vegetariana. Quello che sempre più frequentemente stiamo osservando è la scelta di molte donne italiane di seguire la dieta vegana anche in gravidanza, senza mettere in conto i pericoli che fanno correre ai loro bambini’.

Ha voluto dire la sua sul delicato tema anche Giancarlo La Marca, presidente Simmesn e direttore del Laboratorio Screening Neonatale Allargato del Meyer di Firenze: ‘I mezzi di comunicazione e quelli istituzionali dovrebbero segnalare subito e con forza la pericolosità di una dieta vegetariana o vegana in gravidanza. Le madri carenti di questa vitamina nella loro alimentazione, devono assumere degli integratori durante la gravidanza e l’allattamento, perché i loro figli sono gravemente a rischio di malattia’.

Carenza di vitamine del gruppo B

Ilaria Ciancaleoni Bartoli, responsabile dell’Osservatorio Malattie Rare, dice che informare le donne incinte è innanzitutto un dovere etico dei media, medici e istituzioni. Potrebbero essere evitate molte morti con compagne di informazione diffuse e articolate.

Luigi Tarani, professore aggregato in Pediatria presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’, ha dichiarato che l’alimentazione della futura madre è importante per la salute del feto, soprattutto per quanto riguarda l’apporto di vitamine e grassi al cervello. Tarani ha rimarcato che, se la donna incinta segue una dieta vegetariana espone il feto a una forte carenza di vitamine del gruppo B, come la vitamina B12, che si trova solo nei cibi di origine animale.

L’alimentazione delle donne, durante la gravidanza, deve essere equilibrata. Lo ha spiegato anche la dottoressa Stefania Setti, responsabile del Servizio di Nutrizione clinica e dietetica di Humanitas Gavazzeni: ‘In questo particolare momento della vita è essenziale che l’alimentazione della gravida le garantisca soprattutto due elementi: l’acido folico e la vitamina B12, importanti per lo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto. L’acido folico è molto presente nelle verdure, in particolare nella verdura a foglie verde scuro, nei legumi e nei cereali integrali, ma generalmente è comunque necessaria un’integrazione. La vitamina B12, invece, è presente soprattutto negli alimenti di origine animale e quindi anche per essa deve essere valutata la necessità di un’eventuale integrazione’.

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