Il Salento è una terra affascinante ricca di tradizioni legate soprattutto alla religiosità. Oggi 16 gennaio a Novoli si accende la fòcara, il più grande falò del Mediterraneo in onore di Sant’Antonio Abate che si festeggia domani 17 gennaio.
La fòcara di Novoli
Alle ore 20:30 è prevista l’accensione della grande pira alta 25 metri costruita in onore di Sant’Antonio Abate, il patrono di Novoli, piccolo comune del leccese famoso in tutto il mondo proprio per questa tradizione che si tramanda da generazioni. Tanti i devoti che aspettano con ansia il rito dell’accensione della fòcara di Novoli e i turisti che, affascinati dall’evento a metà tra sacro e profano, scelgono di venire nel piccolo comune del leccese. In mattinata la pira viene benedetta e si procede con l’installazione della bandiera, alla cerimonia prendono parte le autorità civili e religiose. Nel pomeriggio invece vengono benedetti gli animali e la statua di Sant’Antonio Abate viene portata in processione, al termine della quale si celebra la messa.
La fòcara di Novoli non è solo un evento folkloristico ma vengono lanciati messaggi importanti dalla comunità. L’edizione 2019 della fòcara di Novoli è incentrata sui valori della legalità e della solidarietà oltre all’impegno sociale e alle radici, segni che saranno rappresentati dalle persone che daranno fuoco alle micce. L’evento sarà trasmesso in diretta tv e streaming dal Gruppo Norba. Ricco il cartellone di eventi collaterali tutti all’insegna della musica e del ballo con esibizioni di artisti salentini che coinvolgeranno al ritmo della pizzica.
Chi è Sant’Antonio Abate
Il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate venerato da Nord a Sud, una ricorrenza che segna l’inizio di Carnevale in Sardegna. Sant’Antonio Abate era un eremita, uno dei più illustri della storia della Chiesa. È nato a Coma, in Egitto nel 250 e a soli 20 anni ha lasciato tutto per vivere da eremita, è morto ultracentenario nel 356. La sua vita è stata raccontata da Sant’Anastasio, un discepolo. Nell’iconografia tradizionale Sant’Antonio Abate viene rappresentato circondato da belle donne (simbolo della tentazione), oppure da animali domestici. Il culto del fuoco è legato alla storia del Santo che si è recato all’inferno per contendere le anime dei peccatori al diavolo.
Sant’Antonio Abate e l’allevamento dei maiali
La sapienza di Sant’Antonio Abate è raccolta in 120 detti e 20 lettere. Nel 561 venne scoperto il suo sepolcro e da allora le sue reliquie arrivarono da Alessandria a Costantinopoli, sino in Francia dove venne eretta una chiesa in suo onore, a Motte-Saint-Didier. Molti malati di ergotismo canceroso si recarono a venerare le reliquie. La malattia era causata dall’avvelenamento di un fungo della segala, che veniva utilizzata per fare il pane, nell’antichità il morbo era conosciuto come “ignis sacer” e provocava forti bruciori. Per ospitare tutti i malati che si recavano in pellegrinaggio venne costruito un ospedale e una confraternita di religiosi, l’ordine ospedaliero degli “Antoniani”. Il Papa consentì agli Antoniani di allevare maiali a spese della comunità perché il grasso curava l’ergotismo. I maiali indossavano dei campanelli di riconoscimento e potevano girare liberamente. Successivamente l’ergotismo venne definito “fuoco di Sant’Antonio” (herpes zoester). Il maiale venne quindi associato al Santo considerato patrono di tutti gli animali domestici e delle stalle.
Giovedì 17 gennaio, Sant’Antonio Abate: come si festeggia
In Piazza San Pietro, a Roma, tutti gli anni gli allevatori conducono gli animali per la benedizione. Aia Coldiretti ha in programma una giornata per sensibilizzare al rispetto degli animali e per conoscere le specie allevate e salvate dal rischio di estinzione. Molte città, soprattutto al Sud, seguono la tradizione del falò in onore di Sant’Antonio Abate, mentre nelle contrade di Siena viene benedetta la Stalla della Contrada che ospita i cavalli nel giorno del Palio di Siena.
