In Italia esistono 300 formati di pasta. Ci sono delle preferenze regionali per i formati più venduti, ma spiccano gli spaghetti. Al secondo posto tra formati più venduti ci sono le penne rigate.
Penne rigate formato di pasta venduto in Italia
Nel nostro paese ci sono 120 pastifici che producono 300 diversi formati di pasta, come prevedibile quello più venduto sono gli spaghetti. Ogni regione ha le sue preferenze, come le orecchiette pugliesi, gli anellini siciliani e la pasta mista napoletana, però negli ultimi report sulle vendite di pasta c’è stata un’impennata per le penne rigate. E scusate il giro di parole. Le penne rigate sono il secondo formato di pasta più venduto dopo gli spaghetti, e hanno sorpassato quelle lisce.
Origine delle penne rigate
Le penne rigate sono chiamate così per la penna d’oca. Un tempo infatti si tagliava in maniera obliqua per ottenere una punta sottile. L’anno di produzione delle penne rigate è il 1865 e la loro scoperta si deve ad un pastaio genovese che decise di brevettare una macchina per tagliare in diagonale la pasta fresca.
Al terzo posto della classifica dei formati di pasta più venduti in Italia ci sono i fusilli che non sono italiani ma hanno origini arabe e si sono diffusi rapidamente in tutto il Sud. Il nome deriva da “fuso” uno strumento di legno per la filatura a mano della pasta su cui si avvolgeva lo spaghetto. Seguono i tortiglioni che sono simili ai rigatoni ma hanno le scanalature marcate e inclinate e sono tipici della Campania.
Pasta di sera, fa ingrassare?
Qualsiasi sia il formato di pasta più venduto, la verità è che non riusciamo a farne a meno. Eppure spesso la pasta è vista come nemica della linea. Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Public Health ha accertato che la pasta a cena non fa ingrassare e migliora il sonno. Il 15 marzo si celebra la giornata mondiale del sonno e sarà distribuita la guida dell’Unione Italia Food per orientarsi tra le ricette con la pasta per la cena.
Mangiare pasta a cena combatte lo stress e fa dimagrire perché questo alimento contiene triptofano e vitamine del gruppo B. Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo del SISA (Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione) ha commentato ad ANSA che consumare pasta favorisce la sintesi dell’insulina e l’assorbimento del triptofano, ormone precursore di serotonina e melatonina, che regolano l’umore e orientano il ritmo del sonno. Un sonno lungo e ristoratore riduce anche gli attacchi di fame. La ricerca americana farà cambiare le abitudini agli italiani che preferiscono la pasta a pranzo?
