Cos’è la momo challenge: bufala o sfida pericolosa?

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momo challenge

Momo challenge è un fenomeno virale della rete considerato una pericolosa sfida tra gli adolescenti. In Italia non si parla molto di Momo challenge perché sono pochi i casi segnalati, la sfida sarebbe molto diffusa soprattutto in America e nel Regno Unito. Qualcuno sostiene addirittura che la Momo challenge è una bufala, però è meglio conoscere i dettagli di questa sfida e come fare per non correre rischi.

Momo challenge e Blue Whale sono la stessa cosa?

Momo challenge o Momo game è la stessa cosa del Blue Whale, un altro pericoloso fenomeno virale di origini incerte e rapida diffusione che ha creato panico tra i genitori. Nello specifico la Momo Challenge funziona che un utente utilizza l’immagine della donna uccello come avatar e contatta altre persone (soprattutto adolescenti) per sfidarli ad alcune prove.

Nessuno ha ancora capito in cosa consistono queste prove ma sono estreme e in alcuni casi possono portare alla morte e al suicidio. Ovviamente, così come per il Blue Whale non ci sono conferme di morti per il fenomeno. Inoltre gli screenshot di Whatsapp che circolano sulla Momo challenge sono pochissimi e potrebbero essere falsi, frutto dell’immaginazione di qualche utente burlone che ha usato l’avatar. Il pericolo della Momo challenge però è reale perché persone animate da cattive intenzioni potrebbero usare l’immagine di Momo per altri scopi.

La foto di Momo Challenge è vera?

La foto di Momo è ripresa da una scultura che è stata realizzata dall’artista giapponese Keisuka Aisawa nel 2016. L’uomo lavora per una società di effetti speciali e l’opera è stata esposta in una galleria d’arte a Tokyo. Momo rappresenta un tipo di yōkai, una figura tipica della mitologia giapponese e si ispira ad un ubume.

Il portale Nippop spiega che si tratta di uno spirito particolare riferito a donne morte durante la gravidanza o di parto. Il nome dell’opera che tutti conosciamo come Momo, in realtà è “Madre uccello”. Le prime foto di Momo alla mostra sono apparse la scorsa estate in uno dei canali di Reddit dedicati all’horror e poi sono circolate su forum e canali poco raccomandabili.

Dove è iniziata la Momo Challenge

In seguito alla diffusione delle immagini della mostra, Momo è diventata molto famosa soprattutto in Sud America, infatti molti sostengono che la Momo challenge sia nata proprio da queste parti. Qualcuno ha diffuso la foto di Madre Uccello per fare uno scherzo ma altri utenti hanno iniziato a credere alla bufala. Analizzando le ricerche di Google sulla Momo historia, scopriamo infatti che i primi segnali ci sono stati in Argentina, Messico e Boliva.

Nello specifico in Argentina qualcuno ha parlano di un suicidio legato alla Momo challenge, e in Messico sono stati condivisi messaggi per invitare i genitori a fare molta attenzione. In seguito la Momo challenge si è spostata in India e in Europa, sino ad arrivare anche in Italia, ma non è stato considerato un fenomeno rilevante.

Momo challenge: i casi accertati

La Momo challenge sembrava dimenticata ma è tornata di moda nel Regno Unito. I giornali hanno parlato di un messaggio che circola sui social newtork è invita i genitori a fare attenzione a Momo che istiga i ragazzi al suicidio. Due centrali di polizia hanno condiviso un paio di messaggi su Facebook dopo aver appreso la notizia sui giornali.

The Herald, quotidiano scozzese, il 25 febbraio 2019 ha raccontato la storia di una madre disperata perché il figlio aveva messo un coltello alla gola perché glielo aveva ordinato Momo. Inoltre a fine febbraio alcuni genitori hanno detto che Momo compariva all’improvviso nei video per bambini su YouTube, notizia smentita prontamente dai vertici della piattaforma. Eppure anche Kim Kardashian in alcune stories su Instagram ha parlato di Momo challenge.

L’evoluzione di Momo challenge

Non ci sono dati certi e prove per accertare che Momo challenge sia una sfida realmente pericolosa e che esista. Leggendo le varie notizie su internet sembra quasi di assistere ai racconti delle nonne che volevano spaventare i nipotini e inventavano storie di folletti che intrecciavano di notte le code ai cavalli e tiravano le coperte per non farli entrare in stanze con poltrone e credenze piene di ninnoli e bicchieri di cristallo. Kat Tremlett del Safer Internet Centre del Regno Unito, ha dichiarato al Guardian che sarebbe il caso di non parlare di Momo challenge per smettere di farlo sembrare un problema.

Come chiedere aiuto

Anche se non c’è un vero e proprio pericolo Momo challege chi si trova in pericolo può chiamare il 118. Un operatore indica cosa fare in questi casi. Inoltre se un amico o una persona vicina ha pensieri suicidi è sempre disponibile il Telefono Amico al numero 199 284 284 oppure fare una chiamata web dal sito (servizio attivo dalle 10 alle 24). Infine ci sono i Samaritans una organizzazione di volontariato laico, il cui primo obiettivo è la prevenzione del suicidio. Il numero verde gratuito da rete fissa è 800 86 00 22 per cellulare 06 77208977 da cellulare, entrambi attivi tutti i giorni dalle 13 alle 22.

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