Champions 2019: testo, traduzione e storia dell’inno della Champions

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E’ conosciuto e cantato da tutti, soprattutto nelle occasioni in cui la manifestazione calcistica più seguita al mondo si svolge nei migliori stadi internazionali. Insomma, non c’è europeo che non conosca l’inno della Champions, risuonato – come tutti gli anni, naturalmente – anche in occasione della Champions 2019. Ma qual è il significato dell’inno della Champions e quale la sua storia?

Che cos’è l’inno della Champions

Da quando è stata istituita nel 1992, la Champions League si è servita di un proprio inno ufficiale, che contraddistingue tutte le gare della manifestazione calcistica più seguita al mondo. Mentre la Coppa dei Campioni (la vecchia edizione della Champions) non aveva un vero e proprio inno, la Champions è contraddistinta dal suo inno ufficiale.

Tra le emozioni che esso è in grado di provocare tra tifosi e calciatori e il sogno di sentirlo risuonare – sinonimo di partecipazione a una manifestazione dal calibro importantissimo – l’inno della Champions è, simbolicamente, un qualcosa di fondamentale importanza per tifosi e calciatori.

Il testo del brano – che non spicca certamente per profondità, ma per la sua composizione musicale – è caratterizzato dalle due strofe e dal coro. L’inno echeggia prima dell’inizio di ogni partita di Champions: prima dell’inizio della finale viene ascoltato con il controcanto nella lingua dello stato ospitante. 

Testo e traduzione dell’inno della Champions

Di seguito è riportato il testo dell’inno della Champions, composto dal britannico Tony Britten e scritto in tre lingue: inglese, francese e tedesco, le tre lingue ufficiali dell’UEFA.

Ce sont les meilleures équipes
Sie sind die allerbesten Mannschaften
The main event
Die Meister
Die Besten
Les Grandes Équipes
The Champions
Une grande réunion
Eine große sportliche Veranstaltung
The main event
Ils sont les meilleurs
Sie sind die Besten
These are the champions

Il testo dell’inno ufficiale della Champions League, tradotto in italiano:

Queste sono le squadre migliori
Queste sono le squadre migliori
L’evento principale
I Campioni
I migliori
Le squadre più grandi
I Campioni
Un grande incontro
Un grande evento sportivo
L’evento principale
Loro sono i migliori
Loro sono i migliori
Loro sono i campioni

Storia dell’inno della Champions

L’inno della Champions è stato realizzato per la prima edizione della Champions League, che c’è stata nel 1992. Fino a quell’anno, in cui la competizione calcistica era denominata Coppa dei Campioni, la manifestazione non era rappresentata da un vero e proprio inno.

Il testo dell’inno della Champions è scritto in tre lingue: inglese, francese e tedesco, le tre lingue ufficiale della UEFA, a cui si aggiunge il controcanto realizzato nella lingua del paese che ospita la finale della Champions League. Il brano viene fatto risuonare non soltanto prima di tutte le partite ufficiali della manifestazione, ma anche in tutte le trasmissioni calcistiche e non che sono annesse alla Coppa stessa.

A realizzare la composizione del brano è stato il britannico Tony Britten, compositore inglese che – nella realizzazione della composizione – ha scelto un’impostazione classica che si rifacesse direttamente a Georg Friedrich Händel, compositore tedesco naturalizzato inglese, che ha vissuto molti dei suoi anni a Londra. La composizione alla quale l’inno della Champions si ispira è l’inno di incoronazione Zadok the Priest, basato sulla Bibbia di Re Giacomo. Nella sua versione ufficiale il brano è suonato dall’Academy of St. Martin in the Fields e dalla Royal Philharmonic Orchestra di Londra.

Il debutto ufficiale dell’inno c’è stato nell’edizione 1992-93; nella fase a gironi della Champions League è stato fatto risuonare in quattro stadi: Jan Breydel (Bruges), Ibrox (Glasgow), Giuseppe Meazza (Milano) e das Antas (Oporto).

Gli studi condotti sull’inno

Sull’inno della Champions, acquistabile su iTunes dov’è presente con il nome di “Champions League Theme”, sono stati condotti diversi studi, che hanno evidenziato sia l’impatto del brano stesso, sia la sua importanza tra i tifosi europei. Ciò che ne è emerso è che, nonostante la maggior parte dei tifosi non conoscano il testo dell’inno – dato il suo testo in francese, inglese e tedesco – sono a conoscenza dell’esistenza dell’inno stesso. Secondo uno studio approfondito, il 98% dei cittadini europei conosce il brano, anche se ignora le parole.

Altri studi hanno riguardato l’impatto simbolico dell’inno tra tifosi e calciatori. Moltissimi calciatori hanno dichiarato di avere, come desiderio fondamentale, quello di sentir risuonare l’inno della Champions (quelli che non hanno mai partecipato alla competizione, naturalmente); l’importanza simbolica sui tifosi è rappresentata dalle urla che si possono sentire negli stadi. Un esempio emblematico è rappresentato dai tifosi napoletani, che hanno impressionato il mondo calcistico per il proprio urlo al termine dell’inno, che ha saputo emozionare anche i tifosi ospiti per l’esempio di passione che ha espresso.

Il sociologo Anthony King, dell’Università di Exeter, ha parlato dell’inno, affermando che nell’inno si può identificare “uno scintillante suono metallico che riflette musicalmente il trofeo stesso, – spiega – con musica e colori che si fondono comunicando un concetto di argento sia sonoro che visivo”. Secondo lo svedese Johan Fornas è, addirittura, il simbolo musicale dell’Europa. 

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