Legge sul Copyright approvata: articoli, cosa cambia e quali piattaforme sono coinvolte

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Legge sul Copyright articolo 11 e 13 cosa cambia

La legge sul Copyright è stata approvata in Parlamento Europeo, dopo numerosissime polemiche e prese di posizione che hanno diviso il mondo mediatico nelle ultime settimane. Con 348 voti a favore, contro i 276 contrari la legge che ha destabilizzato diverse piattaforme e che rischia di cambiare decisamente la condivisione di ogni tipo di contenuto su Internet la direttiva sul diritto d’autore è stata approvata. Cosa cambierà nel dettaglio e quali sono le piattaforme coinvolte dal cambiamento delle direttive riguardanti il diritto d’autore?

Il motivo dell’approvazione della legge sul Copyright

I motivi che hanno spinto a riformulare la legge sul Copyright sono molteplici, ma riguardano essenzialmente la tutela del diritto d’autore di grandi aziende o testate. Piattaforme come Facebook, Youtube e altri social network – si legge in quelle che sono le motivazioni principali espresse nei mesi precedenti all’approvazione della direttiva – pullulano di disinformazione e plagio, che rovinano il singolo lavoro di ogni azienda. 

A ciò si aggiunge il troppo diffuso fenomeno del “copia-incolla” che danneggia singole testate giornalistiche, che si vedono copiate i propri contenuti senza alcuna fonte indicata. La legge sul Copyright, in questi termini, è stata indicata come un grande passo avanti dalla comunità informatica e non solo, rappresentata specialmente dalla voce di Axel Voss.  

Le votazioni per la legge sul Copyright in Parlamento Europeo

Il 26 marzo 2019 si sono tenute le votazioni che hanno riguardano le controverse norme sul diritto d’autore. Nel Parlamento Europeo ci sono state le votazioni che hanno visto una vera e propria spaccatura degli europarlamentari: 348 sono stati i voti a favore, 276 i voti contro la legge sul Copyright. 

La spaccatura è stata generata dai diversi movimenti nazionali che hanno portato alla creazione di due diverse fazioni: chi, pur di eliminare il fenomeno che mette a rischio il singolo diritto d’autore, è disposto a una misura drastica che coinvolge diverse parti in causa su Google; chi, invece, preferisce ammorbidire le disposizioni attraverso un modellamento con le leggi nazionali. L’ultima parola, in effetti, è dei singoli paesi: in Spagna la misura drastica è stata già presa, con la chiusura di Google News, ma in altri paesi il provvedimento potrebbe ridursi a pochi e poco determinanti cambiamenti.

Cosa cambia con la nuova direttiva sul diritto d’autore

Il cambiamento sostanziale con l’approvazione della legge sul Copyright riguarderà la disposizione dei singoli articoli. Non sarà possibile più riportare parti integrali tratte da altri siti ma soltanto frammenti, secondo norme specifiche che sono regolate dai due articoli 11 e 13.

La disposizione serve ad eliminare il crescente fenomeno degli aggregatori di contenuti, siti che non hanno un’impostazione specifica e che condividono a raffica notizie e contenuti di altro tipo copiati da siti più importanti. Il fenomeno, che genera monetizzazione su articoli non propri, è stato più volte condannato e ha spinto a una misura drastica su diversi tipi di contenuti che circolano su Google, dai singoli articoli ai classici meme che circolano sui social, fino ad arrivare ai video non autorizzati su Youtube.

I due articoli controversi: articolo 11 e articolo 13

Benchè la legge riguardi una serie di provvedimenti e di articoli che tendono a cambiare il volto di Internet, per quel che concerne contenuti di ogni tipo, sono due gli articoli controversi che hanno mosso il mondo mediatico e informatico, dato l’alto rischio di cambiamento sia nel mondo giornalistico, sia nel mondo social: si tratta dell’articolo 11 e dell’articolo 13.

Articolo 11

L’articolo 11 è quello che comunemente viene indicato come link tax. Qualsiasi contenuto presente su Internet è determinato da un link e da uno snippet (sezione specifica di ogni sito che anticipa il contenuto dell’articolo sui motori di ricerca e sulla SERP).

Appropriarsi, anche parzialmente, di link e di snippet riportandoli all’interno di proprie piattaforme – siano esse social o meno – non sarà più possibile. La link tax stabilisce, in effetti, che per ogni condivisione non autorizzata sia prevista la cancellazione del contenuto stesso o il pagamento di una tassa per la condivisione del diritto d’autore su motori di ricerca o social esterni. 

Articolo 13

L’articolo 13 si baserà sullo stesso sistema di controllo già presente su Youtube, e conosciuto come Content ID. Benché il sistema del Content ID non riesca ancora ad eliminare totalmente tutti i contenuti che violano il diritto d’autore, il suo funzionamento è stato avvertito nei mesi da quegli utenti che hanno riportato, anche non a scopo di monetizzazione, parti di film, canzoni o altri contenuti appartenenti ad altri canali.

Il funzionamento su Google sarà pressoché uguale: qualsiasi contenuto, sia esso scritto o meno, potrà essere soggetto all’eliminazione se viola il diritto d’autore. Video su Youtube, immagini su Facebook o altri social, parti di articoli riportate all’interno di un sito saranno tutte oggetto di un rigoroso controllo informatico che verificherà se ci sia, o meno, una violazione del Copyright. Nel caso in cui ciò avvenga, la cancellazione sarà immediata. La responsabilità monetaria della violazione del diritto d’autore sarà delle grandi aziende – Facebook o Youtube, s’intenda – mentre le piccole aziende saranno soggette a costi minori.

Quali piattaforme saranno escluse

Una delle battaglie che è stata portata avanti particolarmente negli ultimi mesi, fino alla votazione avvenuta il 26 marzo 2019, è stata condotta dalla piattaforma enciclopedica Wikipedia. Wikipedia, in particolar modo nella sua versione italiana, ha deciso di oscurare in più riprese la sua pagina, lasciando un messaggio di avviso agli utenti che intendevano navigare sulla piattaforma.

Lo stesso messaggio invitava gli utenti a chiedere reclamo presso gli europarlamentari, attraverso un’e-mail preimpostata che sarebbe stata inviata al fine di votare contro la nuova legge sul Copyright. Proprio Wikipedia, insieme ad altre open source, sarà esclusa da questo nuovo provvedimento: le piattaforme che diffondono contenuti educativi o enciclopedici, come GitHub, non saranno toccate dalla nuova direttiva, così come assicurato dall’Unione Europea. 

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