Se Di Maio cerca i suoi ‘alter ego’ all’estero: scivolone da Fazio
Da Redazione
Novembre 13, 2017
Il candidato premier del M5S, il giovane Luigi Di Maio, ha evitato il confronto televisivo con Matteo Renzi, leader del Pd ed ex premier, ma a quanto pare ama molto le trasmissioni che gli permettono di fare monologhi, come ‘Che tempo che Fa’. Di Maio ha parlato molto sul salotto della trasmissione condotta da Fazio. Il confronto con Renzi no, ma un sermone indicibile sì. Effettivamente, è più facile fare soliloqui che confrontarsi con personaggi che potrebbero metterti alle strette, che potrebbero crearti seri problemi. Il conduttore savonese, come suo stile, ha lasciato parlare Di Maio, interrompendolo sporadicamente. Non sono mancate le gaffe grammaticali. Discutendo dei suoi incontri internazionali, il buon Luigi ha parlato dei suoi ‘alter ego’. Forse voleva dire colleghi od omologhi ma, si sa, la lingua italiana è difficile anche per certi politici. Scivoloni sull’italiano a parte, l’esponente pentastellato è stato criticato non poco dopo la fine del programma.
Anzaldi: ‘Episodio di servilismo senza precedenti’
Tra coloro che hanno biasimato l’intervento di Di Maio a ‘Che tempo che fa’ c’è Massimo Parisi (Scelta Civica-Ala), che reclama una riflessione ‘sullo stato dell’informazione Rai e sul suo equilibrio alla vigilia di una lunga campagna elettorale’. Michele Anzaldi, deputato dem, invece ha parlato di un ‘episodio di servilismo senza precedenti’.
Se Di Maio avesse fatto politica tanti anni fa, si sarebbe beccato solo qualche critica di spettatori eruditi e italianisti. All’epoca del web, però, si fa presto per finire nella gogna mediatica. Non si perdona nessuno oggi, neanche se ti chiami Luigi Di Maio e vuoi diventare premier; anzi un’ambizione del genere diventa anche un aggravante. Chi ambisce a una carica del genere forse dovrebbe avere una maggiore padronanza della lingua italiana, o no?
Ancora una volta, Di Maio ha dato spettacolo, tra un discorso e l’altro davanti al milionario Fazio. Eppure l’esponente grillino era uno dei più bravi a scuola, almeno secondo quanto hanno riferito i suoi ex insegnanti. Come mai questi ripetuti scivoloni sulla storia e sull’italiano? Ricordate quando Luigi aveva detto ‘Pinochet in Venezuela’?
Molti ritengono che Luigi Di Maio dovrebbe ripassare un po’ l’italiano scritto e orale. Ha fatto gaffe, infatti, anche su Twitter e Facebook. I congiuntivi, ad esempio, sembra non siano proprio il forte dell’aspirante grillino a Palazzo Chigi.
Le gaffe di Di Maio su Facebook e Twitter
@nonleggerlo, su Twitter, aveva evidenziato gli sbagli del parlamentare pentastellato, ironizzando sui suoi problemi relativi alla grammatica italiana.
Di Maio aveva usato, sui social, i verbi ‘spiano’, ‘venissero spiate’ e ‘spiassero’, nelle sue frasi facendo sbagli pazzeschi. Non era stata assolutamente rispettata la ‘consecutio temporum’. Il popolo del web si era così scatenato, postando commenti al vetriolo e sardonici.
‘Non ci siamo ancora, ritenta e sarai più fortunato’, aveva twittato @MariaElenaBozz1. @AnnaLeonardi1 invece aveva scritto: ‘Guarda, te li pago io 20 euro a settimana di doposcuola di grammatica. Ma ti prego basta!’. Tra i paladini del grillino l’internauta @swordy05: ‘Eh ma meglio un ignorante onesto che un laureato ladro1!11!!!’.
‘Meglio un ignorante onesto che un laureato ladro’. Vero. Il problema, però, è che molti politici italiani sono stati truffaldini e senza laurea, insomma ladri e ignoranti.
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