Malore Pelè: la carriera, il successo e tutti i record del calciatore più forte al mondo

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Fonte foto: Storie di Calcio - Altervista

Una notizia che ha allarmato tutti i suoi fan e gli amanti del calcio quella del ricovero di Pelè presso l’ospedale di Parigi. Il campione del mondo brasiliano, a seguito di un incontro con Kylian Mbappé durante una serata organizzata da uno degli sponsor di radio RMC, ha accusato un malore nella sua camera d’albergo ed è stato subito trasportato nell’immediato nel nosocomio parigino.

I medici hanno deciso il ricovero del numero 10 del Brasile per scopi precauzionali dato che il 78enne ha accusato febbre molto alta e spasmi e già in passato aveva avuto diversi problemi di salute. La prognosi non è riservata e si parla di tetania, che causa ipereccitabilità di tutti i nervi periferici con contrazioni volontarie o anche involontarie di tutti muscoli, così come dichiarato dal suo portavoce Joe Fragaassicura.

Gli inizi del giocatore più forte al mondo

Edson Arantes do Nascimento più noto con il nome di Pelè nacque il 23 ottobre 1940 a Três Corações. Il campione del mondo è conosciuto nel mondo calcistico con molti nomignoli, tutti a significare la sua grandezza sportiva, come ad esempio di O Rei, il re, o O Rei do Futebol o La Perla Nera.

Durante la sua carriera e non, Pelè ha fatto segnalare molti record come ad esempio quello di essere stato l’unico calciatore al mondo, fin ora, a ricevere il Pallone d’oro onorario FIFA e ad aver portato a casa, con la sua nazionale brasiliana, ben tre campionati mondiali, quelli del 1958, 1962 e 1970.

Ma andiamo per ordine, ripercorrendo la carriera del grande campione partendo di suoi inizi. Pelè è figlio dell’ex calciatore Dondinho, una vera e propria promessa del football, ma che dovette cessare di seguire il suo sogno a causa di un grave infortunio che interessò il ginocchio.

La madre di Pelè era Maria Celeste Arantes, che ha sempre sostenuto la sua carriera. La famiglia di Pelè era di umili origini e quand’egli aveva solo 5 anni si trasferì con i propri genitori a Bauru. Per guadagnare qualche soldo extra, Pelè si mise a lustrare le scarpe e i suoi primi palleggi li fece riempiendo un calzino con avanzi di carta e vecchi stracci di giornale poiché la famiglia non poteva permettersi di comprargli un vero e proprio pallone da calcio oppure utilizzando un mango.

La nascita del soprannome Pelè, che lo ha fatto contraddistinguere nella storia del calcio mondiale, nacque per uno screzio con alcuni compagni di classe. Pelè, che era piccolo, pronunciava male il nome del portiere Bilé, chiamandolo Pilé. I compagni, allora per prenderlo in giro, iniziarono a chiamarlo Pelè. Il campione non ha mai nascosto di non amare particolarmente questo tipo di soprannome, ma la potenza mediatica e il furor di popolo hanno scelto per lui. Il soprannome, nato un po’ per gioco un po’ per sbeffeggio, entrerà nella storia.

Pelè iniziò a muovere i primi passi nella squadra del Bauru, che militava nella categoria dei dilettanti locali. Non passo molto tempo, che il campione fu immediatamente notato da Waldemar de Brito, legenda del calcio brasiliano negli anni ’30 e ’40. Pelè aveva solo 15 anni e l’ex campione lo convinse a tenere un provino per il grande Santos.

L’esperienza al Santos

Fu così, che nel 1956 Pelè fece il suo provino per il Santos ed entrò a far parte della squadra giovanile, nella quale militò per una sola stagione prima di essere accolto in prima. Il debutto di Pelè nella squadra dei ‘grandi’ avvenne il 7 settembre 1956 durante l’amichevole con Corinthians, nella quale segnò il suo primo gol al 36′.

Nel 1957, a soli 16 anni, Pelè, detto anche Gasolina iniziò ufficialmente la stagione da titolare diventando a fine anno il capocannoniere del Campionato Paulista. Il giovane, nello stesso anno fu convocato anche in Nazionale. Molte furono le squadre che misero gli occhi sul giovane talento, tra le quali Manchester United, Juventus e Real Madrid, ma solo l’Inter, dell’allora presidente Angelo Moratti, riusci a fargli firmare un contratto. A seguito di una violenta aggressione subita dal presidente del Santos, Angelo Moratti si vide costretto moralmente a stracciarlo e a far rimanere il giocatore con la sua vecchia squadra.

Il governo brasiliano, dato le aggressioni e le vere rivolte popolari, dichiarò Pelè come Tesoro Nazionale, per evitare qualsiasi possibilità di trasferimento in altri Paesi. In effetti, l’O Rei era davvero un tesoro da proteggere dato che a soli 24 anni, il campione stabilì il nuovo record di marcature in una sola partita di campionato, con ben otto reti.

Cinque anni dopo, Pelè arriva a segnare il suo millesimo gol allo Stadio Maracanã segnando un rigore al portiere Edgardo Andrada del Vasco da Gama. Ma per Pelè, il più bel gol della sua carriera è quello segnati al Clube Atlético Juventus presso lo Stadio Rua Javari, il 2 agosto 1959.

L’addio al Santos e l’arrivo al New York Cosmos

Segnando record su record e praticamente vincendo tutto con il Santos, Pelè decide di lasciare la squadra dopo aver trascorso ben 19 anni della sua vita nel club. Il campione aveva vinto la bellezza di ben 10 campionati, ben cinque Taça Brasil, due Coppe Libertadores, due Coppe Intercontinentali e una Supercoppa dei Campioni Intercontinentali.

Un anno dopo aver lasciato il Santos, nel 1977, Pelè fu ingaggiato per tre anni a 4,5 milioni l’anno, dal New York Cosmos, squadra che militava nella North American Soccer League. L’ingaggio del calciatore, oltre al fatto di avere ottime doti tecniche, era anche mirato a far diffondere e far appassionare i tifosi al calcio negli Stati Uniti.

Pelè appende gli scarpini al chiodo

Dopo esser stato inserito, nei tre anni di permanenza nel campionato americano, nella All-Star Team della NASL, il 1º ottobre 1977 decide di ritirarsi e per farlo ha disputato un’amichevole con le due squadre che hanno segnato il suo percorso calcistico, il Santos e il Cosmos presso lo stadio Giants Stadium, ovviamente tutto esaurito.

A fine partita, Pelè fece emozionare tutti impugnando la bandiera brasiliana in una mano e quella degli Stati Uniti nell’altra. Tutti i compagni lo festeggiarono caricandolo in spalla e portandolo in trionfo. Pelè ad oggi è il calciatore che ha vinto di più al mondo ed è ammirato da tutti sia per il suo straordinario talento calcistico che per la sua grande umanità e senso di fraternità.

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