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Marco Pantani: la vita dell’atleta, il dramma dell’uomo e i misteri sulla morte del Pirata

Da Redazione

Febbraio 13, 2019

Marco Pantani: la vita dell’atleta, il dramma dell’uomo e i misteri sulla morte del Pirata

Il 13 Gennaio del 1970, all’ospedale Bufalini di Cesena, vede la luce Marco Pantani. Nato da Ferdinando Pantani e Tonina Belletti, passa i primi anni nella casa dei nonni a Cesenatico. Un periodo sereno, con scarsi successi a scuola ma una nascente passione per lo sport. Quando nonno Sotero gli regala la sua prima bicicletta, Marco capisce immediatamente la propria vocazione. E’ un ottimo scalatore e questo si nota non appena si tessera nel G.C. Fausto Coppi di Cesenatico.

La consacrazione

La sua consacrazione a ciclista professionista avviene nel 1994, quando partecipa al Giro D’Italia e si guadagna il secondo posto in classifica generale dietro Berzin. Al debutto al Tour de France sale sul terzo gradino del podio, con la maglia bianca del miglior giovane.

Il 1998 è l’anno di svolta perché, per la prima volta, Marco Pantani si impone al Giro d’Italia. Il Pirata si conquista il primo posto e surclassa tutti gli avversari anche nella classifica scalatori. Come se non bastasse, recuperando un distacco che sembrava incolmabile e attaccando con tenacia indescrivibile, regala all’Italia la prima vittoria al Tour de France dopo 33 anni.

La sospensione del 1999

Nel 1999 le cose cambiano: la vita dell’atleta subisce una battuta d’arresto e inizia il dramma personale dell’uomo. Il 5 Giugno di quell’anno vengono pubblicati i risultati dei controlli svolti dai medici in occasione del Giro d’Italia. Il valore di ematocrito rilevato nel sangue del Pirata è oltre i limiti massimi consentiti. Pantani viene sospeso per quindici giorni e automaticamente eliminato dalla Corsa Rosa.

Anche dopo la fine della sospensione Pantani si rifiuta di partecipare al Tour de France. Si barrica in casa, assediato dai media e dalla stampa, cade in una forte depressione e inizia a fare pesante uso di cocaina.

2000-2003

Nel 2000 il ritorno alla gare avviene in modo altalenante, con una forma fisica non ottimale e un blocco psicologico che si rivela essere il suo più grande nemico. La frode fiscale che viene intentata nei suoi confronti, per un fatto del 1995, ne compromette ancora di più il morale.

L’immagine dell’atleta professionista inizia in questo periodo a diventare un ricordo, mentre il dramma dell’uomo Pantani, tra accuse di doping e processi sportivi, si ingigantisce. Il 21 Giugno 2003 il Pirata entra nella clinica Parco dei Tigli di Teolo in Veneto, per curare la depressione e la dipendenza da alcol.

La morte e i misteri che circondano il Pirata

Il 14 Febbraio del 2004 Marco Pantani viene ritrovato cadavere nella sua stanza d’albergo D5, al residence Le Rose, di Rimini. Il medico legale dichiara che la causa della morte è edema polmonare e cerebrale causato da un overdose di cocaina.

Marco Pantani non se ne è andato in silenzio, alzando un polverone mediatico e giudiziario. I misteri che ne avvolgono la scomparsa e prima ancora la carriera travagliata, sono tutt’ora irrisolti. Primo fra tutti, il sospetto della madre, Tonina, che ha sempre sostenuto che suo figlio sia stato ucciso simulando un’overdose.

Tonina ha sempre insistito per riaprire il caso, sulla base di una falsificazione di firme per il prelievo dei soldi (usati poi per comprare la droga) e l’assenza di cocaina nel residence. La stanza sarebbe stata messa appositamente in disordine, erano presenti residui di cibo cinese (che Pantani non mangiava mai) e alcuni lividi sul collo del ciclista, verosimilmente compatibili con un’aggressione per forzarlo a bere dell’acqua e ad ingerire la cocaina.

Il 14 Marzo del 2016, viene diffusa un’intercettazione in cui si sente un detenuto vicino al giro delle commesse sportive, parlare dell’episodio di Madonna di Campiglio, quando Pantani venne escluso dal Giro. Secondo l’uomo dietro ci sarebbe stato l’intervento della Camorra e il sangue del ciclista sarebbe stato de-plasmato.

La Procura di Forlì, che continuava ad indagare sul caso, dichiarò che “un clan camorristico minacciò un medico per costringerlo ad alterare il test e far risultare Pantani fuori norma”. Purtroppo il caso cadde in prescrizione e le indagini furono archiviate.

 

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