Massimo Ranieri: Somiglianza Impressionante con Pier Paolo Pasolini ne “La Macchinazione”

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"La Macchinazione": Ranieri E' PasoliniIl grande cantautore napoletano e attore Massimo Ranieri veste i panni di Pier Paolo Pasolini ne “La macchinazione”, film diretto da David Grieco. Un ruolo importante e difficile quello interpretato dall’artista campano

 

Il regista de “La macchinazione” ha voluto fornire una nuova versione della fine del celebre intellettuale, regista e attore italiano, diversa dall’ipotesi ufficiale, ovvero quella secondo cui Pasolini venne trucidato da un ragazzo, ad Ostia, con cui voleva avere un rapporto fugace. In verità, nessuno sa veramente cosa accadde all’idroscalo di Ostia quella notte tra il 1 e il 2 novembre 1975. L’intellettuale venne ritrovato esanime, irriconoscibile. Grieco, amico e sodale di Pasolini, ha voluto raccontare l’ultimo trimestre di vita del celebre artista, poeta e romanziere, partendo dal furto della pellicola “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, compiuto da alcuni amici di Pino Pelosi, soggetto vicino ad ambienti criminali con cui Pasolini ebbe una relazione. Il movente del furto era la richiesta di un riscatto. “La macchinazione” approderà nelle sale italiane il prossimo 24 marzo: nel cast, tra gli altri, anche Matteo Taranto e Alessandro Sandrelli.

Grieco ha voluto ricostruire gli ultimi mesi della vita di un intellettuale straordinario, osannato in Italia e all’estero. Un artista immenso pieno di vizi e virtù. Una delle ipotesi sulla morte di Pasolini, sostenuta dallo stesso Grieco, è quella del complotto. L’intellettuale sarebbe stato fatto fuori dai poteri forti, proprio quelli sui Pier Paolo stava indagando. Pasolini dava fastidio ai politici. Perché Grieco ha scelto proprio Ranieri per interpretare Pasolini? Beh, perché fu lo stesso Pier Paolo a sceglierlo. Sembra strano ma è così. Il cineasta ha rivelato in un’intervista:

“All’epoca gli amici prendevano in giro Pier Paolo, gli dicevano ‘non ce la racconti giusta, hai un figlio di cui non ci hai mai parlato’, riferendosi alla grande somiglianza tra lui e Massimo Ranieri, allora ventenne. Pier Paolo era quasi infastidito da queste battute. Poi un giorno, su una panchina di un campetto da calcio, Pasolini finiva di giocare e Ranieri entrava in campo, lo guardò negli occhi e gli disse ‘ma è vero quello che dicono, ci somigliamo proprio’. Per questo dico che è stato Pasolini a scegliere Massimo e non io”.

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