Medici pagati con pizza e birra: una professione svilita

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In Italia i medici non se la passano molto bene sul fronte della retribuzione. Dopo tanti anni di studio, molti dottori sono costretti ad accettare pizza e birra per le loro prestazioni. Sono vari, comunque, i pagamenti ‘in natura’. Prestazioni importanti, come assistenza in reparto e turni in 118, sono spesso retribuite in maniera iniqua, anche ‘in natura’. Adesso i medici italiani dicono basta ed alzano la voce per tutelare la loro dignità. Su Facebook è nato il gruppo ‘Giovani medici anti sfruttamento’, una comunità che vanta attualmente 2.300 iscritti che esorta a non accettare retribuzioni inadeguate e condizioni di lavoro incongrue. Dal gruppo Facebook si apprende che una dottoressa era stata ‘pagata’ con pizza e birra da una squadra di basket. La professionista aveva assicurato la copertura medica fissa. Quello che poteva essere un semplice gesto di riconoscenza era diventato una mera retribuzione. Una vergogna assoluta! E’ inaccettabile ritrovarsi in simili situazioni dopo tanti anni di studio e sacrifici.

Lavorare tra mille ingiustizie

Una dottoressa ha riferito che, un giorno, aveva ricevuto una chiamata da un ente che cercava assistenza medica in montagna. Lei aveva accettato l’incarico, venendo poi pagata con una lezione di sci.

‘Storie come queste non sono tanto meno decorose di chi ti offre cinque euro l’ora… Mi sentivo in un suq arabo. Mi sono ritrovata a dover contrattare il mio onorario per una prestazione di 118, un servizio di emergenza per il quale seguiamo un corso di formazione di oltre mille euro. La responsabile della cooperativa che mi aveva chiamato voleva pagarmi ancora meno della tariffa praticata a Roma, che è di 16 euro l’ora. Poi, tramite passaparola, mi è arrivata un’altra offerta: servizio di ambulanza a una corsa di cavalli. Hanno cercato di convincermi che 13 euro l’ora fossero un compenso adeguato. È stata la prima volta che ho rifiutato un’offerta di lavoro. Mi sono detta che non potevo essere la sola in questa situazione e ho creato il gruppo su Facebook’, ha spiegato Lucrezia Trozzi, fondatrice del gruppo Fb.

C’è bisogno che vengano istituite delle tariffe minime per le prestazioni sanitarie, altrimenti fare il medico significherà lavorare gratis o quasi. Tempo fa è stato creato anche Gmas (Giovani medici anti sfruttamento), gruppo chiuso per supportare i dottori che segnalano offerte ingiuste.

Lucrezia ha aggiunto: ‘Ho aperto il gruppo perché mi sentivo sola e impotente scoperto invece che ci sono tantissimi colleghi che la pensano come me’. La maggioranza delle segnalazioni proviene dalla Campania, dove i medici laureati da poco tempo spesso vengono retribuiti con 3,50 euro l’ora.

Sono tante le storie grottesche che costellano l’universo della sanità italiana. I giovani medici vengono spesso chiamati dai professionisti esperti per le sostituzioni e vengono pagati una miseria. Non è giusto.

Giovani medici: precari e sottopagati

Anche i laureati in Medicina si lamentano del precariato e delle pessime condizioni di lavoro.

‘Ho lavorato in una colonia per due settimane, erano presenti 130 bambini, dovevo garantire una reperibilità di 24 ore al giorno e non potevo allontanarmi dalla mia infermeria. Tutto questo per 600 euro in totale’, ha raccontato recentemente un giovane medico italiano.

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