Ora di religione a scuola. Questa sconosciuta in Italia. Sempre più famiglie, in Italia, non vogliono che i figli studino religione e per questo, durante l’ora di tale insegnamento, le aule si svuotano, o quasi
A Milano, in molti licei gli insegnanti di religione si trovano a fare lezione solo davanti a pochi studenti. In molti casi, l’insegnante di religione deve insegnare la disciplina solo a uno o due studenti. In una scuola milanese, su 51 classi solo 11 fanno registrare più di 15 studenti durante l’ora di religione. In tempi di spending review e di crisi economica non sarebbe meglio accorpare le classi? No, la Curia non ammette accorpamenti perché ciò rappresenterebbe una discriminazione.
La Diocesi non vuol sentir parlare di spending review od altro e replica alle accuse così: “Non potest costituire criterio per formazione classi et pertanto debet essere mantenuto unità classe cui appartiene alunno”. La Diocesi ha menzionato una circolare risalente al 1987 che usa termini latini.
Il problema è che il numero degli insegnanti di religione viene stabilito in base alle classi, non in base al numero di alunni. Al liceo scientifico Volta, uno dei più famosi a Milano, diverse sezioni fanno registrare solo 5/7 studenti durante l’ora di religione. Bisogna risolvere la questione e favorire l’accorpamento perché, tutto ciò, rappresenta uno spreco. Ne è convinto anche il preside del Parini, Giuseppe Soddu: “Da anni mi sono chiesto perché sia così. Mi sembra evidente che in un periodo in cui si razionalizza tutto, risorse professionali ed economiche, forse qualcuno dovrebbe iniziare a porsi il problema”.
Perché gli insegnanti di matematica, italiano ed altre discipline devono ‘fare i conti’ ogni giorno con classi di 25/30 studenti mentre quelli di religione insegnano a pochissimi alunni? E’ o no questione di equità scolastica?
