Panettone a Natale: tradizione tra bontà e leggenda

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Il periodo dell’avvento (neanche a farlo apposta cominciato oggi) che precede il Natale, è fatto di anticipazioni di dolci e prelibatezze tipiche della vigilia. E infatti, quando il natale si avvicina, gli italiani dimenticano per un attimo la dieta e si regalano quello strappo alla regola fatto di sapori sublimi.

Sicuramente tra i dolci tipici che rappresentano  il periodo natalizio, ci sono il panettone e il pandoro. A volte non decentemente apprezzati, perché raporesentano l’ultima portata di un pranzo abbondante, la loro esistenza è però velata da tradizioni e leggende che spiegano un po’ perché un dolce tanto buono viene ahimè portato sulle tavole soltanto a dicembre. Ci sono molte storie, passate di generazione in generazione, secolari, che hanno consentito al panettone do acquisire fama, e di essere considerato un po’ il re delle feste, che mai potrebbe mancare nelle nostre festività.

Certo, i dolci di natale sono davvero tanti, i più moderni hanno forme e gusti singolari, ma mai potrebbero sostituire la morbidezza e il sapore della nostra “pagnotta” piena di uvetta e canditi. Tipico della tradizione Italia, ecco come nasce davvero il panettone.

La storia del panettone a natale: come nasce il morbido dolce del 24 dicembre?

La storia del panettone vede la sua nascita attivarsi nel 1200 da un semplice impasto fatto di un panetto naturalmente lievitato, il cui sapore era arricchito con miele, uva secca e zucca. Circa 4 secoli dopo, la forma del panettone cambiò, divenne una focaccia fatta di farina di grano e chicchi d’uva. E ancora mutò il suo aspetto e la sua consistenza nel 1800, quando all’impasto furono aggiunti altri ingredienti come le uova, lo zucchero e l’uva passa.

La storia sulla nascita del panettone, però non si lega ad una sola leggenda, bensì a due storie, una che spiega come nasce il dolce e l’altra che spiega il motivo per cui lo consumiamo proprio il periodo natalizio.

La prima leggenda è legata alla figura di Ughetto, il figlio del condottiero Giacometto degli Ateliani che, aveva perso la testa per una fanciulla, tale Adalgisa. L’amore lo spinse a diventare pasticciere e a farsi assumere proprio all’interno della bottega del padre della ragazza che si chiamava Toni.

Ughetto creò per la fanciulla che gli aveva rubato il cuore un panetto lievitato fatto di uova, zucchero, cedro e aranci canditi. Il dolce era talmente buono da ottenere il beneplacito dei genitori di Adalgisa, i quali acconsentirono il matrimonio fra i due e il dolce prese il nome di Pan del Ton (panettone).

Perchè il panettone si mangia solo nel periodo natalizio

La seconda storia spiega invece come il panettone sia diventato il dolce natalizio per antonomasia. Stando alla leggenda, durante una Vigilia di Natale, alla corte del duca Ludovico, era stato ideato un dolce incredibile che era stato gradito da tutti i partecipanti alla cena: il dessert, però, si era bruciato in fase di cottura e i cuochi furono costretti a trovare una soluzione più pratica e veloce. Fu così che la situazione venne risolta da uno degli aiutanti dello chef di corte, Toni, che consigliò di mettere a tavola ugualmente il pane a cupola con all’interno i chicchi d’uva raccontando che la crosta bruciata fosse in realtà parte integrante della ricetta.

Il dessert portato in tavola fu apprezzato da tutti i commensali alla corte del Duca Ludovico e fu chiamato pan del Toni, così da trasformarsi da allora un piatto immancabile della tradizione natalizia lombarda.

Lentamente poi il dolce si è diffuso nel resto della penisola italiana, fino ad arrivare ai giorni d’oggi, ove del tipico panettone con uvetta passa canditi proprio non si può fare a meno.

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