Quo Vado Recensione e Trailer: Zalone conquista le sale ed il cuore della gente!

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2T6B1400_alta-1150x748Quando pensiamo a Checco Zalone ci vengono in mente le canzoni storpiate, le imitazioni impeccabili ed i tic tipici. Mai e poi mai avrei immaginato di ritrovare in un suo film una morale. Invece, Quo Vado stupisce ed infarcisce il Cinepanettone di etica e di civiltà. Un vero viaggio, sebbene tinteggiato di campanilistica ilarità, alla ricerca del senso stesso della vita, al confine tra egoismo e generosità. Quo vado fa ridere senza scadere nel banale riferimento sessuale. Fa ridere semplicemente partendo da un assioma: l’immedesimazione dello spettatore italiano nella retorica e nel malcostume tipici del nostro paese. Zalone e’ il tipico provinciale con un’unica e costante ossessione: il posto fisso. Mammone, fannullone ed amante dei privilegi, conduce una vita volta al profitto personale, con la minima fatica, coccolato da genitori, anch’essi legati ai Pubblici uffici. L’ingranaggio errato del nostro paese e’ terra fertile per gag non banali e davvero divertenti. Ridere del male. Ci hanno provato in molti e Zalone c’e’ riuscito, incentrando Quo Vado sul confronto tra il malcostume italiano, tra l’inetto popolano e la civiltà, ad esempio, norvegese, ma sempre sottolineando, con orgoglio, i lati positivi dell’essere italiani, il calore, la passionalità, il clima, il buon cibo, la capacità d’amare, il buon cuore. Zalone non sputa nel piatto italiano, ma ironizza sui difetti della terra in cui e’ nato, come un uomo innamorato fa con sua moglie e, proprio come un uomo innamorato, egli tenta di migliorare, cercando nel suo film la spinta che renda lo spettatore un uomo più attento ai bisogni del mondo e dell’individuo. A Natale e’ facile pensare di poter cambiare e divenire individui meno aridi, ma Zalone ci dimostra come le vicissitudini possono metterci alla prova e mostrarci un modo diverso di vivere, di modo che quelle che ci parevano certezze divengano carceri e quelli che ci parevano mali irreparabili, libertà ed opportunità. Zalone e’ un po’ tutti noi. Figli di una generazione di precari, alla ricerca della stabilità economica, ma senza voglia di metterci davvero in gioco o di allontanarci dal focolare domestico, se non nel momento in cui ci vengono tolte certe sicurezze. E’ li’, nell’incertezza del nuovo giorno, che si consuma la scoperta del nuovo, che si conosce, che si scopre che ci sono altri modi di vivere la vita e di concepire l’esistenza, modi più rispettosi del prossimo, degli animali e dell’ambiente stesso.

Quo Vado, un calderone in cui ribollono nozionismo, antropologia, etica animalista, civiltà, religione, e che ben si sposano con luoghi comuni, battute triviali, citazioni improbabili, dialetti sconosciuti e canzoni incantabili. Perche’ possiamo decidere chi essere oggi, ma non la direzione che sceglieremo domani, nel costante fluire della vita e della conoscenza, anche quella di un degno regista comico e malinconico come Zalone, nel film, in giro per l’Italia ed il mondo, tra vizi e virtù dell’umanità stessa.

 

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