Renzi critica M5S alla Camera: “Monumento al nepotismo”

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Renzi Parlamento

Il premier Matteo Renzi ha attaccato duramente il M5S, ieri, alla Camera, definendolo la “quintessenza dell’opacità, un monumento al nepotismo nel senso tecnico del termine”

 

 

Renzi show, dunque, in Parlamento contro i grillini. Il premier ha aggiunto che il monumento al nepotismo si basa su un documento che “porta le firme di Grillo, del commercialista di Grillo, di Casaleggio, e del nipote di Grillo. E’ il nepotismo applicato a un movimento politico. Noi invece siamo una comunità di persone che sanno discutere, anche troppo a volte. Se uno vale uno non appartiene a una società. Se lo scettro passa al figlio non è democrazia, è dinastia. Siamo disponibili a scrivere insieme la legge sulle fondazioni, anche perché avete appena creato una fondazione, con un principio di massima trasparenza. E ci mettiamo dentro il carico da 90. Vi chiediamo: siete disponibili a scrivere con noi una legge sui partiti in cui c’è il principio della trasparenza? Siete pronti a scrivere una legge in cui valga il principio per cui uno vale uno?”.

Immediata la replica, decisamente piccata, di uno dei più noti esponenti del M5S, Alessandro Di Battista, che ha affermato:

“Oggi è il ‘premier time’. Il presidente del Consiglio doveva rispondere ad una forza politica che gli pone delle domande e non l’ha fatto; ha invece fatto la figura di un giullare in difficoltà. Mi ha fatto anche un po’ pena. Renzi doveva ammettere che il Pd ha preso soldi da Buzzi, che il Pd fa favori ai banchieri e ai petroliferi ma a domanda secca non risponde. Ormai è anche prevedibile… Questo premier è torbido, non c’è trasparenza nel suo partito, conosciamo soltanto pochi dei finanziatori e tra questi c’è Buzzi; il resto è solo campagna elettorale, su cui tra l’altro Renzi è in difficoltà. Possiamo fare le leggi anticorruzione e quelle sulle fondazioni ma oggi il presidente del Consiglio aveva il dovere di rispondere alle domande che gli fa un gruppo parlamentare. E il presidente non ha risposto perché è in difficoltà sul piano elettorale”.

Momenti di grande tensione, dunque, ieri alla Camera. Renzi ha espresso la sua visione ed ha lanciato qualche frecciatina, qua e là, ai suoi avversari politici, M5S e Lega Nord in primis. Il leghista Davide Caparini si è rivolto a Renzi ed ha gridato “vai a casa” dopo che il premier aveva contestato i suoi dati sull’immigrazione in Italia, bollandoli come “falsi”. Il presidente del Consiglio, in riferimento alla problematica dell’immigrazione, ha detto:

“Ci sono 155.000 persone arrivate lo scorso anno, voi preferite dire ‘profughi a sbafo o a scrocco’ e dite che siamo andati a prenderli in mare. Sì, è vero, perché quando un uomo o una donna rischia di annegare noi siamo dalla parte della dignità. Scegliete la paura, noi siamo dalla parte della dignità. L’interesse nazionale si fa difendendo i valori, e non inseguendo i vostri fantasmi”.

Renzi continua il suo cammino a testa alta e non teme le allusioni dei suoi oppositori politici, convinto che stia facendo bene. Speriamo che i fatti gli diano ragione.

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