Ricordare un figlio morto con un albero: il giardino dei figli perduti

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giardino-figli-perduti-mandorloLa primavera è iniziata e i mandorli hanno iniziato a fiorire anche in Toscana. Ci sono dei mandorli molto speciali, però, in una località toscana perché simboleggiano giovani morti, ragazzi strappati alla vita troppo presto per vari motivi, come incidenti stradali e malattie. In Toscana è stato creato da un gruppo di genitori, che periodicamente si ritrovano nella particolare location, il giardino dei figli perduti. Vediamo meglio di cosa si tratta.

I mandorli non tradiscono mai

I mandorli, così come tutte le piante e i vegetali sono sinceri, non sono traditori. La vita invece spesso tradisce, toglie improvvisamente i cari. Tanti genitori sono rimasti, di punto in bianco, senza figli per ragioni diverse. Non è semplice superare tanto dolore. Condividere la stessa esperienza però può aiutare. E’ questo anche il motivo per cui è nato il giardino dei figli perduti. Un luogo insolito, dove ogni famiglia ha piantato un mandorlo per commemorare la persona scomparsa, il giovane venuto a mancare all’improvviso.

Mamme e papà italiani e stranieri da diversi anni si ritrovano per parlare, ricordare e aiutarsi. Anche in questo modo si supera un dolore così forte. Certo, la ‘cicatrice’ resta sempre. Uno dei primi ad aderire all’iniziativa è stato Giovanni Galli, ex portiere della Fiorentina e della Nazionale, anche lui toccato dal lutto della perdita di un figlio. Un dolore indescrivibile che gli ha fatto capire che nulla, neanche la fama e i soldi, può allontanare le sofferenze emotive.

Giardino dei figli perduti: un posto unico

Il giardino dei figli perduti è stato inaugurato nei giorni scorsi dal vescovo di Fiesole Mario Meini, supportato da don Gianni Verdi. L’idea di piantare un mandorlo per ogni figlio perduto è venuta proprio a quest’ultimo. Quel posto è un ‘unicum’ in Italia e forse nel mondo.

L’itinerario del giardino dei figli perduti rievoca un po’ quello della via crucis. Un percorso di morte, sofferenza e resurrezione. Si cammina e si riflette. Otto punti, ognuno contraddistinto da una targa. Il percorso termina al centro, a pochi metri da un olivo, albero che simboleggia la vita. Un itinerario che parte dalla morte ma che non si ferma alla morte. C’è anche la speranza che deve ravvivare chi resta sulla terra.

Le famiglie hanno piantato mandorli per commemorare i propri figli, personalizzandoli. Soffrono ancora quei genitori, ma si confrontano con tutti quelli che hanno vissuto la stessa esperienza. Il raduno al giardino dei figli perduti avviene ogni mese. I genitori parlano, esternano le loro opinioni e si confrontano su tempi importanti, come la vita e la morte. I momenti più duri sono il Natale e la Pasqua: non è semplice essere felici in tali momenti senza la presenza di un figlio.

Lo scopo del giardino dei figli perduti è anche quello di scongiurare la chiusura dei genitori che perdono un figlio. In genere, dopo un lutto del genere, ci si chiude in se stessi e si inizia a detestare la vita. Chi non c’è più invece va onorato nel modo migliore: con tanti sorrisi e con il profumo di un bel mandorlo in fiore. Una bella e singolare iniziativa.

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