Riscaldamento globale potrebbe decimare specie nel Mediterraneo

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riscaldamento-globale-specie-mediterraneo-estinzione

riscaldamento-globale-specie-mediterraneo-estinzioneIl riscaldamento globale ormai è ben conosciuto da tutti, o quasi. Non tutti però sono al corrente delle conseguenze devastanti del fenomeno. Se non ci sarà una forte riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’aria, entro la fine del secolo il Mediterraneo perderà circa la metà delle specie che lo popolano attualmente. Lo ha dichiarato WWF, che ha portato avanti una ricerca insieme agli studiosi della James Cook University (Australia) e all’università dell’East Anglia (Gran Bretagna). L’analisi ha riguardato 80mila specie in 35 zone della terra, tra cui quelle del Mediterraneo. In particolare, i ricercatori hanno voluto scoprire gli effetti dell’anidride carbonica.

Centrali a carbone andrebbero chiuse

Dal dossier diffuso dal WWF si arguisce che l’incremento di 2 gradi della temperatura mondiale favorirebbe l’estinzione di circa il 30% delle specie esaminate. Il suddetto incremento è quello massimo fissato dall’accordo di Parigi sul clima. Se tale soglia massima non fosse rispettata si rischierebbe qualcosa di catastrofico. Un aumento delle temperature di 4,5 gradi, infatti, farebbe letteralmente svanire il 50% delle specie che oggi popolano il Mediterraneo, come i cetacei e le tartarughe marine. Il WWF, alla luce di tali inquietanti risultati invita gli Stati ad adottare ‘politiche volte a ridurre le emissioni di CO2 per contenere il cambiamento climatico’. L’associazione ambientalista auspica, ad esempio, la chiusura delle centrali a carbone entro il 2015 e la definizione del Piano nazionale clima ed energia e della Strategia di decarbonizzazione a lungo termine.

Le cause del surriscaldamento globale

Tutti conoscono le cause del surriscaldamento globale e i devastanti effetti. Il cambiamento climatico non fa solo aumentare le temperature in tutte le aree del pianeta ma favorisce anche l’innalzamento del livello del mare. Altri pesanti effetti sono l’aumento dell’acidità degli oceani, la desertificazione e la maggiore frequenza di violenti uragani. Forse non tutti sono a conoscenza degli effetti nefasti del riscaldamento globale sulle specie selvatiche e quelle acquatiche. Lo ha ricordato di recente proprio il WWF. Il comportamento irresponsabile degli uomini rischia di far estinguere la metà delle specie che oggi popolano il Mediterraneo. Non è questo un buon motivo per assumere atteggiamenti virtuosi?

Continue emissioni di CO2 nell’aria fanno male a tutti, non solo all’uomo. Pensate, ad esempio, alla sofferenza di salmoni e trote che, abituati a vivere in acque fredde, saranno condannati a nuotare in acque tiepide. Di riscaldamento globale ha parlato anche il magazine Nature, secondo cui la più grande barriera corallina del mondo è in pericolo a causa del continuo e inarrestabile aumento delle temperature. La barriera corallina ha subito gravi danni e rischia di svanire. Sarebbe una catastrofe per tantissimi pesci e creature acquatiche.

A rischio anche le specie migratorie

Non solo pesci e creature acquatiche: il riscaldamento globale sta mettendo a rischio anche tante specie migratorie. Gli uccelli non trovano più semi, insetti e piante, e non sanno come nutrire i piccoli. Gli inverni caldi, inoltre, ledono le scorte di cibo che vari animali hanno accumulato per fronteggiare l’inverno. Molti uccelli, non trovando cibo in campagna per via dell’innalzamento delle temperature, potrebbero spingersi nelle città. Una situazione simile potrebbe rivelarsi assai pericolosa. Dobbiamo sempre ricordare che ognuno di noi ha un ruolo determinante nella lotta contro il riscaldamento globale. Iniziamo quindi a evitare gli sprechi, preferendo fonti rinnovabili. Anche lo stile alimentare è fondamentale per ridurre la quantità di CO2 nell’aria. E’ stato dimostrato che proprio gli allevamenti sono la maggiore causa del surriscaldamento globale.

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