Madre Teresa di Calcutta, al secolo Gonxha Agnes Bojaxhiu, è stata oggi iscritta nell’albo dei santi da Papa Francesco, a termine di una commovente cerimonia di canonizzazione che ha visto la presenza in piazza San Pietro di oltre 120 mila persone.
Presenti per l ‘evento comunità religiose venute a Roma da tutto il mondo, con una forte prevalenza di gruppi albanesi e indiani: questi i due paesi nel cuore della Santa, dove ha operato in nome della misericordia, addolcendo la vita di migliaia e migliaia di poveri e derelitti.
La “piccola” sorella di Skopje
Nata a Skopje, allora territorio Albanese, decide appena diciottenne di prendere i voti per legarsi alle Suore di Loreto: la svolta arriva però nei primi anni trenta, quando Madre Teresa si reca in India per portare conforto ai tantissimi disperati di quel paese, all’epoca poverissima colonia dell’Impero Britannico.
Un’ulteriore chiamata, stando alle parole della Santa, avviene nel 1946, quando il desiderio di dedicarsi agli “ultimi tra gli ultimi” diventa tanto forte da spingere Madre Teresa a distaccarsi da ogni ordine allora esistente, riuscendo a dar vita nel 1950 alla congregazione delle Missionarie della Carità.
I motivi della canonizzazione
Papa Francesco, che ha fatto della Misericordia il cardine del Giubileo e di tutto il suo pontificato, non poteva scegliere esempio migliore di Madre Teresa: una donna minuta che ha fatto tremare i grandi del mondo, ponendo sul loro capo giuste accuse e un pesantissimo senso di colpa.
Le suore con il sari azzurro a lei legate, hanno portato in India e nel mondo conforto e dedizione, rivolgendosi a coloro che spesso erano e sono trascurati anche dai tradizionali enti religiosi, riproponendo in pieno il messaggio di fratellanza lanciato da Gesù.
Inevitabili gli applausi, non appena Papa Francesco ha terminato di formulare la formula latina di canonizzazione: l’evento è stato seguito in diretta anche da Calcutta, città dove la Santa ha operato, e dove la sua tomba è stata oggi coperta da uno sterminato tappeto di fiori.
