Sclerosi multipla, molecole ‘maligne’ mostrano stadio più grave
Da Redazione
Marzo 18, 2018
Un team di ricercatori diretti dall’università di Verona hanno scoperto molecole ‘maligne’ della sclerosi multipla che mostrano lo stadio più grave della patologia. La scoperta è di grande interesse perché sarà alla base di diagnosi e prognosi precoci ed efficaci nonché di terapie migliori. Nel mondo ci sono circa 3 milioni di persone affette da sclerosi multipla (114mila casi in Italia). Ogni anno si registrano almeno 250 nuovi casi. Gli apparecchi diagnostici finora non hanno mai consentito di individuare la gravità della patologia.
Fattori che favoriscono la sclerosi multipla
L’equipe di ricercatori di Verona ha notato che la presenza di un particolare mix di molecole infiammatorie nel liquido cerebro-spinale è sintomo di una forma aggressiva di sclerosi multipla. Grazie a tale risultato, i neurologi saranno in grado di scegliere subito la terapia migliore per i pazienti, optando per quelle vigorose solo nei casi estremi. La scienza fa passi da gigante ma ancora non è stato possibile identificare la causa o le cause della sclerosi multipla. Sono stati notati, però, alcuni fattori che ne aumentano il rischio. Recenti prove dimostrano che la sclerosi multipla colpisce anche perché nel corredo cromosomico di certe persone vi sono geni favoriscono la malattia. Non è stato possibile però scoprire il gene ‘colpevole’, ovvero il responsabile dello sviluppo della sclerosi multipla. Uno studio di ampio respiro ha riconosciuto 30 porzioni di DNA come ‘ricovero’ di geni che possono incrementare il pericolo di sclerosi multipla.
Molti ricercatori hanno cercato di scoprire fattori genetici come possibile causa della sclerosi multipla dopo aver notato differenze di incidenza della patologia tra persone appartenenti ad etnie diverse. E’ stato anche osservato che spesso la sclerosi multipla colpisce più soggetti dello stesso nucleo familiare. Molti studiosi, dunque, concordano della presunta causa genetica della sclerosi multipla. Quali sono le porzioni di Dna ritenute responsabili dell’insorgenza della malattia neurodegenerativa? Secondo molti ricercatori, i responsabili sarebbero i geni implicati nel controllo del funzionamento del sistema immunitario. Un certo Joshua ha voluto raccontare la sua storia, sottolineando di essere guarito grazie alle staminali.
La storia di Joshua
“Era il periodo della mia vita in cui credevo che col passar del tempo avrei potuto diventare sempre più infelice. La gente continuava a dirmi che la sclerosi multipla era solo una malattia e che io ero molto di più di un malato. Io, invece, non mi sentivo così. Non potevo camminare, il mio corpo tremolava in modo incontrollabile, facevo fatica a parlare… Tutti questi sintomi hanno reso la mia vita incredibilmente difficile ed io ero molto depresso, mi sentivo sempre come se non ci fosse via d’uscita. Dovunque fossi andato per cercare aiuto, ricevevo la stessa risposta: ‘Non esiste una cura per la sclerosi multipla, solo trattamenti per attenuarne i sintomi’. Ci sono voluti 11 anni per trovare il trattamento giusto, l’unico che ha funzionato ed in realtà ha cambiato i miei sintomi. I trattamenti con cellule staminali presso la Swiss Medica mi hanno dato una nuova vita. Ci sono venuto sperando di ottenere qualsiasi risultato. Anche un piccolo cambiamento avrebbe fatto una grande differenza per me. I medici sono stati di grande aiuto ed hanno preso il tempo per conoscere profondamente i miei sintomi. Hanno dato risposte dettagliate a tutte le mie domande e mi hanno illustrato come funziona la terapia con cellule staminali. Quando ho capito il meccanismo del trattamento, sono diventato ancora più fiducioso nella mia scelta di venire alla Swiss Medica. Dopo che i miei trattamenti erano finiti, ho cominciato a notare nuovi piccoli miglioramenti ogni giorno. Adesso, dopo 5 anni, posso francamente dire che mi sento una nuova persona, felice, con un corpo diverso. Tutti i miei sintomi sono molto migliorati e posso fare le attività quotidiane in modo molto più facile e più indipendente”, ha affermato Joshua, un ex malato di sclerosi multipla.
Combattere la sclerosi multipla con le staminali
Le staminali come arma per contrastare la sclerosi multipla. Il team dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano ritiene che una proteina-farmaco secreta dalle staminali del cervello possa annientare la patologia. Gli esperti milanesi hanno riferito che la portentosa proteina si chiama TGF-β2. Di essa, l’anno scorso, ha parlato anche Gianvito Martino, direttore scientifico dell’Istituto e numero uno dell’Unità di Neuroimmunologia. I ricercatori milanesi hanno iniziato la prima sperimentazione al mondo per la cura della sclerosi multipla mediante infusione di cellule staminali del cervello. Stiamo parlando della terapia Stems. “La sperimentazione, finalizzata a valutare la sola sicurezza della metodica, procede senza complicazioni, con un primo gruppo di 3 pazienti che è già stato trapiantato”, hanno riferito gli studiosi milanesi.
Sull’utilizzo delle staminali per curare la sclerosi multipla, gli esperti hanno puntualizzato: ‘Una volta infuse riducono l’infiammazione cerebrale causata dalla sclerosi multipla attraverso il rilascio di una proteina poco conosciuta, TGF-β2, in grado di interferire con l’attivazione aberrante del sistema immunitario tipica della malattia’. La sperimentazione è stata condotta grazie al supporto dell’associazione Amici del centro sclerosi multipla del San Raffaele, della Fondazione sclerosi multipla, della Fondazione Cariplo e di Bmw Italia.
Una nota del nosocomio San Raffaele asserisce che il valore del trapianto di cellule staminali neurali ‘nei topi malati di Eae, modello sperimentale di sclerosi multipla, è nota da tempo’. L’obiettivo, con l’infusione delle staminali del cervello nei pazienti, è ridurre l’infiammazione del sistema nervoso. Gli scienziati ancora non conoscono ‘la strategia adottata da queste cellule per spegnere l’infiammazione del sistema nervoso. Comprenderla può migliorare il loro utilizzo e potenzialmente aprire la strada a nuove terapie’. Adesso le sperimentazioni sull’efficacia della proteina TGF-β2 vanno avanti. Una proteina che, in soldoni, trasforma le cellule pericolose in cellule amiche. Uno scambio determinante in quanto ‘nella sclerosi multipla sono proprio queste cellule ad attivare i linfociti T, diretti responsabili del danno cerebrale… Tramite TGF-β2 le staminali interferiscono nella catena di comando che porta all’aggressione del tessuto nervoso’.
Lo studioso Martino ha aggiunto: ‘L’azione delle cellule staminali è indotta dai segnali rilasciati dal tessuto danneggiato in cui vengono trapiantate ed è dovuta al rilascio di varie molecole tra cui quella da noi identificata… Le staminali sono paragonabili a cavalli di Troia che rilasciano le giuste molecole nella giusta quantità a seconda di dove si trovano e del tipo di danno che devono affrontare. Nello studio dimostriamo tuttavia che TGF-β2 ha un ruolo fondamentale e necessario: senza di lei tutta l’azione terapeutica sarebbe certo indebolita. Mentre stiamo verificando la sicurezza della terapia con cellule staminali nelle persone con sclerosi multipla. Dobbiamo continuare lo studio in laboratorio per poter sfruttare al meglio il loro potenziale curativo’.
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