Sindaco di Foggia si dimette per il bene della sua città

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foggia-sindaco-dimissioni

foggia-sindaco-dimissioniIl sindaco di Foggia Franco Landella ha rassegnato le sue dimissioni per dire ‘basta’ alle intimidazioni politiche e il bene della sua città. Lo ha reso noto proprio il diretto interessato, ieri, spiegando che ‘dopo la continua pretesa di poltrone in Giunta, ora il gruppo consiliare della Lega, Fratelli d’Italia, altri 3 consiglieri dichiaratisi indipendenti dalla maggioranza, alzano il tiro con l’evidente minaccia di bocciare il piano economico finanziario di AMIU che consente ai cittadini foggiani di non pagare circa il 15% in più per la tassa sui rifiuti, cioè un milione e mezzo di euro’.

Dimissioni rassegnate nelle mani del Segretario comunale

Minacce politiche che non piacciono proprio a Franco Landella, ricatti che secondo lui fanno male ai cittadini. Lui, per il bene di Foggia, vuole evitare ‘il gioco al massacro di un’Amministrazione comunale che, lavorando esclusivamente per il bene della città, ha appena ottenuto 5 milioni di euro per la rigenerazione urbana, a cui si sommano gli oltre 50 milioni assegnati e pronti per essere spesi per la riqualificazione della città, in particolar modo per le periferie disastrate. Ho già rassegnato nelle mani del Segretario comunale le mie dimissioni, nella convinzione che neppure la riunione dei capigruppo consiliari che, congiuntamente alle segreterie provinciali avevo ritenuto di convocare per ricomporre le fibrillazioni partitiche, possa essere utile a redimere gli appetiti politici resi sempre più manifesti dalle continue richieste di azzeramento della Giunta da parte dei consiglieri che dovrebbero sostenere l’Amministrazione, facendo parte della maggioranza consiliare’.

Landella non cede alle intimidazioni politiche

Il primo cittadino di Foggia conclude: ‘Ora chi ha a cuore, come me, il bene di Foggia, lo dimostri: vada in aula consiliare domani pomeriggio e voti il piano Amiu che consente ai cittadini foggiani di risparmiare un milione e mezzo di euro di tassa sui rifiuti. Se non accadrà, avrò avuto ragione: avranno agito solo per un ulteriore ricatto politico e fame di poltrone. Io a queste pretese non ci sto’.

La coincidenza della moglie dirigente

Franco Landella è finito spesso nel mirino di soggetti che, a suo dire, hanno cercato di diffamarlo e calunniarlo aggirando le regole democratiche. Una nota del sindaco di Foggia, risalente a qualche mese fa, recita: ‘I professionisti della calunnia e della diffamazione in servizio permanente effettivo non hanno smesso di operare nella nostra città. Un lavoro sottile, subdolo, condotto sottotraccia, che ha puntato i riflettori su di me e sulla mia famiglia. Un’attività vergognosa, attuata da chi pensa di riproporre film già visti, cercando di sconfiggere l’avversario politico non con le regole della democrazia, ma screditandolo sul piano personale’.

Landella aveva detto che, da diversi giorni, girava su WhatsApp un messaggio palesemente diffamatorio e pieno di bugie: “Nel messaggio si insinua che dopo la mia elezione a sindaco di Foggia avrei ‘nominato’ dirigente mia moglie, lasciando intuire l’applicazione di favoritismi di natura familistica. Una bugia senza alcun fondamento, che è opportuno smentire in modo categorico. Mia moglie, che era una dipendente comunale ben prima delle mia elezione, non ricopre alcun incarico dirigenziale né percepisce compensi aggiuntivi per lavoro straordinario o per la realizzazione di progetti specifici. Mi segue nella mia attività come mia stretta collaboratrice, senza percepire un solo centesimo in più di quanto percepisse in precedenza – 1455,84 euro netti al mese – quando svolgeva la sua attività presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive”.

Il primo cittadino aveva promesso di adire le vie legali per difendere la sua reputazione e quella dei suoi familiari, nonché di denunciare tutto all’autorità giudiziaria. ‘Sono francamente stanco di assistere a questo spettacolo indecoroso, di essere il bersaglio della frustrazione dei diffamatori di professione. Chi vuole contrastarmi lo faccia, se ne è capace, dentro le regole della democrazia, con l’attività politica e nelle libere elezioni, non infangando la mia famiglia ed i miei affetti’, aveva spiegato il sindaco di Foggia.

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