Sylvester Stallone allena figlio Apollo in “Creed – Nato per combattere”

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Sylvester Stallone torna sul ring: esce

Sylvester Stallone torna sul ring: esce "Creed - Nato per combattere"Silvester Stallone torna ad interpretare Rocky Balboa nel sesto capitolo della saga che gli ha portato popolarità e tanto denaro. In “Creed – Nato per combattere”, però, Rocky non combatte ma allena il figlio dell’amico Apollo Creed, morto durante l’incontro col russo Ivan Drago (ricordate Rocky IV?).

“Creed – Nato per combattere” uscirà il prossimo 14 gennaio 2016 e sicuramente riscuoterà un successo formidabile perché Rocky è un personaggio amato da grandi e piccini, insomma ha fatto breccia nel cuore di tutti. Adonis (figlio di Apollo) non ha mai conosciuto il padre, morto sul ring, ma ama la boxe e vuole diventare un campione dei pesi leggeri. Per raggiungere il suo scopo, si mette alla ricerca di un buon allenatore e, alla fine, contatta il grande Rocky Balboa, caro amico del defunto padre.

Rocky accetta la richiesta di Adonis ed inizia ad allenare Adonis che, a un certo punto, decide di farsi chiamare anche col cognome: Adonis Creed diventerà un campione.

Sylvester Stallone, quindi, torna a vestire i panni del pugile italo-americano di Philadelfia. Il primo capitolo della saga, “Rocky”, sbancò il box office nel 1976; i sequel, poi, riscossero altrettanto successo.

All’inizio, il figlio di Apollo, Adonis, teme che combattere col nome del padre sia deleterio per lui (“ho paura che il mio vero nome mi faccia perdere, mi dicono che sono una truffa, un finto Creed”); a un certo punto, però, decide di salire sul ring facendosi chiamare Adonis Creed. A persuaderlo è proprio Rocky, invitandolo a reputare il suo cognome come una sorta di culto religioso. Anche questo film è connotato da allenamenti, sudore, sangue e belle musiche. Insomma, c’è una sorta di ritorno alle origini.

Sylvester Stallone ha spiegato, durante un’intervista a Repubblica, il motivo per cui ha voluto realizzare un sesto episodio di “Rocky”:

“Guardi, Rocky V mi diede molta tristezza per il modo in cui è venuto fuori. Brutto. Non era quello il Rocky che volevo continuare a far sopravvivere. E da allora sono alla ricerca di una sorta di redenzione. Restituire a Rocky la sua dignità, come uomo e come figura cinematografica. E restituirla a me stesso… Rocky è vecchio, ha la mia età, e i vecchi sono saggi. Bisogna ascoltarli, invece che voltare loro le spalle. Mi sarebbe piaciuto avere un vecchio accanto a me, nella mia carriera. Ho dovuto fare tutto da solo. E spesso ho sbagliato. Sono stato Adonis Creed più spesso di quanto non vorrei ammettere“.

Sylvester Stallone è un grande combattente anche nella vita. Non si arrende mai, nonostante la sua vita gli abbia riservato anche molti dolori, come la morte di un figlio. L’attore e regista cerca di distrarsi con la pittura, un’altra passione oltre il cinema:

Da bambino ero dislessico, per me era un problema leggere, a scuola, a casa. All’epoca era una patologia semisconosciuta, le persone intorno a me pensavano fossi un po’ scemo. Allora ho iniziato a disegnare e dipingere, era più facile che leggere o scrivere. E il disegno mi ha rafforzato, mi ha fatto conquistare fiducia in me stesso, nei miei mezzi. La scrittura è venuta dopo, come conseguenza: se posso disegnare un’immagine, mi dicevo, perché non disegnare una storia? E se posso disegnare una storia, perché non descriverla con le parole? Così sono diventato sceneggiatore e poi, ma solo dopo, attore. E adesso la voglia di dipingere mi sta tornando, ancora più forte: se riesco a mettere le parole e una storia sullo schermo, perché non provare a farlo sulla tela? Schermo, tela: sono la stessa cosa. Lo schermo è una tela, in fin dei conti”.

Stallone è soddisfatto, in fin dei conti, della sua vita e della sua carriera e, quindi, non cambierebbe nulla. Film come Rocky e Rambo sono stati importantissimi per il mondo del cinema e molti registi hanno tentato di emularli: Stallone è fiero di questo. L’unico cruccio di Sylvester è quello di non aver interpretato più film drammatici:

“Credo che avrei potuto, ma non mi sono mai sforzato troppo. O non me ne è stata data la possibilità, se non di rado. Ma come lamentarsi di una carriera come la mia? Rocky mi sputerebbe in faccia“.

Adesso Sylvester è pronto a godersi un nuovo successo, quello che deriverà da “Creed – Nato per combattere” e spera di trascorrere un’altra luna di miele con la moglie, visto che, quando viene ultimato un film, si concede sempre un viaggio di relax con la sua anima gemella.

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