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Tartarughe marine in difficoltà: troppi gli esemplari che muoiono

Da Redazione

Dicembre 27, 2018

Tartarughe marine in difficoltà: troppi gli esemplari che muoiono

Sono molte le situazioni in cui bisogna intervenire sull’habitat marino per sopperire ai problemi che vivono le tartarughe marine. Molti sono ad esempio gli esemplari che vengono ritrovati soffocati o moribondi a causa di corde intorno al collo. In questi casi infatti i pescatori prendono con loro questi animali appesi tra la vita e la morte, e tentano in ogni modo di salvar loro la pelle. Dopo essere giunti sulla costa spesso i pescatori chiedono l’intervento di chi di dovere, come spesso accade al Consorzio di Gestione di Torre Guaceto grazie al quale le tartarughe vengono trasferite nel centro di recupero “Luigi Cantoro”.

Gli episodi delle tartarughe marine in difficoltà

Ci sono poi casi in cui le tartarughe vengono trovate solo dopo giorni, in agonia, feriti e costipati da molti attrezzi da pesca che si trovano in mare. Ecco perché, l’esperienza di nuotare almeno una volta con le tartarughe va fatta: indossiamo la muta da sub e lanciamoci in un’avventura senza tempo prima che sia troppo tardi.

Ormai sono una miriade gli animali marini che giorno dopo giorno, complice non solo l’inquinamento del mare ma anche tante altre problematiche, rischiano di perdere la propria vita incappando in reti e trappole per l’attività ittica

I dati nel corso degli anni

Se guardiamo cosa è successo lo scorso anno, il consorzio succitato, ha accolto ben 27 esemplari di tartarughe nel suo centro di recupero, di cui 26 esemplari Caretta e 1 Chelonia mydas. Di questo totale troppo corpulento, 1 è stato pescato con tramaglio, 3 con palamito, 13 si sono spiaggiati, 9 sono stati raccolti in mare alla deriva, 1 si era impigliato in una griglia di protezione dei sistemi di aspirazione dell’acqua marina montati in mare da un’industria. In tutto è stata fata salva la vita a 23 esemplari, mentre per i restanti 4, purtroppo, le cure mediche veterinarie applicate non sono state sufficienti.

Nel 2018, invece, gli esemplari di caretta recuperati sono stati una ventina. Di 20, 8 sono state trovate alla deriva che si dimenavano invano in una lenza usata per la pesca, 6 si sono spiaggiate, 6 erano invece prigioniere in vasche di raffreddamento. Poi, 12 di loro si sono rimesse in sesto presso il “Luigi Cantoro” per essere poi liberate, 3 sono tuttora convalescenti, 2 si trovano ancora in prognosi a Bari, 3 sono morte e non ce l’hanno fatta.

Perché le tartarughe rischiano di morire?

Dai dati è emerso che , la stragrande maggioranza delle tartarughe marine lotta tra la vita e la morte ogni giorno se non per l’inquinamento, per le numerose attrezzature in mezzo al mare atte alla pesca. Il mare insomma non è per loro un luogo sicuro.

Senza poi contare che sono molti gli animali in degenza nei centri di accoglienza, tipo quello di Torre Guaceto, a causa dell’Assunzione involontaria di plastica. Il mare è ricco di rifiuti. Di buste per la spesa che vengono confuse per meduse dalle povere malcapitate vittime marine

Tutti i giorni gli operatori del Consorzio permettono ai visitatori della riserva di vedere e tastare cin mani i danni che l’uomo sta provocando all’habitat marino. Sperano cioè così di sensibilizzare il popolo, augurandosi invano, che qualcosa per gli animali possa sempre cambiare.

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