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Trapianto di gomito preso da cadavere, paziente ora flette braccio

Da Redazione

Dicembre 12, 2015

Trapianto di gomito preso da cadavere, paziente ora flette braccio

Trapianto di gomito a MestreL’Italia si conferma una vera eccellenza nel campo della chirurgia e della ricerca scientifica. A un uomo di 55 anni è stato trapiantato un nuovo gomito, preso da un cadavere. Lo straordinario intervento è stato compiuto presso l’ospedale dell’Angelo di Mestre.

Successivamente a un infarto con ipossia cerebrale, il gomito dell’uomo era diventato, pian piano, un grosso agglomerato osseo. Praticamente, il gomito era scomparso, lasciando il posto a un grosso e compatto osso delle grandezza di un limone.

Il team dell’ospedale dell’Angelo, coordinato dal primario di Ortopedia, Andrea Miti, è riuscito a dare sollievo al 55enne mediante un eccezionale intervento chirurgico.

Il dottor Miti ha dichiarato:

“Esisteva un’unica soluzione: aprire l’arto e togliere tutta l’articolazione trasformata in ossificazione, asportando anche le parti terminali dell’omero e dell’ulna, sopra e sotto l’articolazione del gomito”.

Dove trovare, però, anche le parti finali dell’ulna e dell’omero?

“Abbiamo realizzato queste parti terminali utilizzando le ossa necessarie prelevate da un cadavere, reinserendo nel braccio questa protesi ‘estesa’, cioè già montata, da una parte e dall’altra, dentro i due spezzoni di ‘nuovo’ osso… Oggi, a distanza di un anno, verificato quindi nel tempo l’esito dell’intervento complesso, il braccio del paziente è restituito al suo fisiologico flettersi e distendersi“, ha aggiunto il dottor Miti, che ha saputo perfettamente, assieme alla sua equipe, ricongiungere muscoli e tendini alle ossa.

Non è la prima volta che al nosocomio di Mestre viene eseguito un intervento al gomito: nell’arco degli ultimi 7 anni, infatti, ne sono stati effettuati circa 60.

Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Ulss 12, ha affermato riguardo al trapianto di gomito avvenuto recentemente:

“Con questo intervento particolare, l’Ortopedia dell’Angelo ha contribuito a spostare il confine di quello che si può fare, nel settore della chirurgia ortopedica, per curare una persona: in altri rarissimi casi erano stati praticati a Mestre innesti ossei da cadavere, ma mai come in questo caso si era arrivati a trapiantare, sia sopra che sotto l’articolazione, porzioni così importanti di ossa“.

Importante passo in avanti nell’ambito della chirurgia ortopedica.

 

 

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