Trapianto di feci per curare morbo di Crohn e colite
Da Redazione
Gennaio 04, 2018
Trapianto di feci. Se ne sente parlare spesso negli ultimi tempi in Italia, dopo i 6 trapianti di microbiota intestinale su bambini, presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Il nosocomio romano ha scelto di effettuare una sperimentazione su bimbi colpiti da numerose patologie intestinali. Adesso i piccoli pazienti sono monitorati dagli esperti. E’ ancora presto, quindi, per dire che gli interventi sono riusciti. Ma in che cosa consiste il trapianto di feci, o di microbiota intestinale?
Feci possono giovare alle persone malate
Gli esperti, prima di effettuare un trapianto di feci preparano il microbiota fecale donato e lo iniettano per via endoscopica nel paziente.
Forse non tutti sanno che nelle feci ci sono dei batteri che se introdotti nell’intestino di una persona malata sono in grado di procurarne la guarigione perché stabilizzano la flora intestinale. Quando si parla di trapianto fecale, dunque, non si deve pensare a un trapianto vero e proprio ma una trattamento particolare delle feci, che possono favorire la guarigione di una persona malata.
Perché il trapianto fecale?
Con il trapianto di feci si vuole ostacolare la resistenza antibiotica del Clostridium difficile, nonché la sua propagazione. Oggi, del resto, i medici ne sanno di più, rispetto al passato, sul microbiota e la sua attività.
Il microbiota non è altro che quell’insieme di batteri che convertono gli alimenti ingeriti, generano energia e garantiscono l’equilibrio di tutti i microbi che combattono contro gli agenti patogeni. Ne deriva che un’eventuale alterazione del microbiota favorisce l’avvento di patologie anche gravi.
I piccoli sottoposti al trapianto di feci a Roma avevano patologie infiammatorie intestinali con recidiva, sindrome da attivazione macrofagica di origine genetica e malattie del trapianto contro l’ospite nella forma acuta.
Sembra che siano in costante aumento i casi di malattie infiammatorie croniche intestinali tra i bimbi. Un quarto delle persone che si sono ammalate recentemente è under 20.
Malattie infiammatorie croniche intestinali: sintomi
Uno dei migliori centri per curare le patologie infiammatorie croniche intestinali è il reparto di gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova, il cui responsabile è il professor Giacomo Carlo Sturniolo.
Sturniolo ha spiegato che spesso i pochi sintomi non consentono di diagnosticare subito le maggiori malattie infiammatorie croniche intestinali.
‘La caratteristica principale è la presenza di un’infiammazione cronica a carico della mucosa dell’intestino che ha decorso intermittente e può causare complicanze severe. Tanto il morbo di Crohn quanto la colite ulcerosa, sono malattie ad andamento cronico o ricorrente, che si presentano infatti con periodi di latenza alternati a fasi di riacutizzazione’, ha detto il professor Sturniolo.
Il morbo di Crohn, una delle suddette patologie, si manifesta ad esempio con dolori all’addome e diarrea.
I sintomi della colite ulcerosa, invece, sono generalmente la presenza di sangue nelle feci, diarrea ed anemia. Non sono esclusi segnali come febbre e spossatezza.
Il trapianto di feci è un nuovo approccio terapeutico contro le patologie simili al morbo di Crohn. Il professor Sturniolo ha cercato di spiegare cos’è il trapianto fecale e i suoi vantaggi.
‘Conviviamo molto bene con i batteri’
‘A Padova studiamo il microbioma da anni, e dallo scorso febbraio, con il primo trapianto di microbiota fecale, siamo passati dalla ricerca alle applicazioni. Nel nostro organismo abbiamo un numero di batteri e virus dieci milioni di volte il numero di cellule di tutto l’organismo. Se consideriamo che normalmente i batteri sono patogeni, dovremmo stare malissimo. Invece non succede, perché conviviamo molto bene con i batteri’, ha dichiarato l’esperto.
Gli studiosi, dopo esami accurati delle feci umane hanno scoperto una certa correlazione tra le patologie dell’intestino e il microbioma.
Non è errato affermare che il microbiota intestinale è il quarto organo dell’apparato digerente, insieme al fegato, al canale alimentare, al fegato e al pancreas.
‘Al momento la scienza ne ha dimostrato l’efficacia contro il clostridium difficile, un batterio che, in alcune particolari condizioni, può scatenare una brutta infezione, anche letale, ma le potenzialità sono molteplici. Si pensa che possa curare, ad esempio, anche la colite ulcerosa ed il morbo di Crohn. Per gli interventi che abbiamo effettuato sui pazienti affetti da clostridium difficile, è stato necessario ricorrere alla sostituzione della flora batterica intestinale malata con quella di un donatore sano, allo stesso modo di una trasfusione di sangue. Il materiale fecale del donatore, opportunamente trattato e conservato incontaminato, è stato somministrato attraverso colonscopio con catetere, durante una colonscopia esplorativa’, ha precisato il luminare italiano.
Trapianto di feci per debellare colite acuta
Non solo morbo di Crohn e patologie analoghe. Recenti ricerche americane dimostrano che il trapianto di feci costituisce uno strumento molto importante per debellare la colite acuta.
Gli esperti statunitensi hanno constatato miglioramenti nei pazienti colitici con sintomi come sangue nelle feci e diarrea sottoposti a trapianti di feci.
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