Tumore alla prostata più violento negli uomini alti e obesi
Da Redazione
Luglio 14, 2017
Altezza e obesità sarebbero due fattori che rendono il tumore alla prostata particolarmente violento negli uomini. Tale neoplasia, una delle più diffuse nel ‘sesso forte’ diventa, in soldoni, più aggressiva se gli uomini sono oversize e alti. Un motivo in più, dunque, per mettersi a dieta. Il dato è emerso da una ricerca accurata pubblicata sul magazine BMC Medicine. Il cancro alla prostata, in Italia, rappresenta il 19% delle neoplasie che colpiscono gli uomini: ogni anno si registrano 35.000 nuovi casi e 7.300 morti. Una vera ecatombe che potrebbe, secondo gli esperti, essere arginata anche a tavola. Un’equipe di ricercatori dell’Università di Oxford ha analizzato oltre 7.000 casi di tumore alla prostata, scoprendo che, se la circonferenza vita aumenta di 10 cm, si registra un incremento del rischio di decesso del 18%. Non solo: il girovita abbondante aumenta il pericolo di cancro di alto grado, ovvero quello che facilmente si estende e colpisce anche altri organi.
L’importanza di essere normopeso
L’altezza, secondo gli studiosi inglesi, non influirebbe di per sé sul rischio di ammalarsi di tumore alla prostata ma aumenterebbe il pericolo delle forme aggressive: 10 cm in più farebbero aumentare del 21% il rischio di una forma di alto grado e del 17% il pericolo di decesso. La coordinatrice dello studio, Aurora Perez-Cornago ha detto: ‘Naturalmente non c’è niente che gli uomini possano fare per la loro altezza, ma almeno ora è più evidente che possono ridurre il rischio di un tumore prostatico aggressivo mantenendo un peso sano’. Non è la prima volta che i ricercatori di Oxford si soffermano sulla presunta correlazione tra obesità e tumore alla prostata. L’anno scorso, ad esempio, era stato presentato all’European Obesity Summit di Goteborg uno studio sul legame tra girovita abbondante e rischio maggiore di una forma aggressiva di neoplasia prostatica. Il team di ricercatori inglesi aveva notato che quelli più a rischio sarebbero quelli con un girovita di 94 cm. Il Cancer Research UK aveva spiegato: ‘I risultati della ricerca dimostrano come peso e dimensioni del girovita sono un ulteriore fattore di rischio importante per il cancro alla prostata, e gli uomini ‘extra large’ dovrebbero essere coscienti del rischio che possono correre’.
Cancro alla prostata: aumentata la sopravvivenza dei malati
Se è vero che è aumentato, negli ultimi anni, il numero dei malati di tumore alla prostata, si deve precisare che è cresciuto anche il numero dei pazienti che riescono a guarire e condurre una vita normale, senza problemi di nessun tipo. La percentuale dei decessi, nell’ultimo ventennio, è diminuita di molto: ogni 9 malati su 10 guariscono o convivono con la patologia per diversi decenni. Il merito di questo sta nella diagnosi precoci ma anche nelle terapie innovative e più efficaci. Ogni i pazienti non vengono sottoposte a cure invasive, recuperando in tempi record.
Non sempre i medici agiscono chirurgicamente o con chemioterapia o radioterapia in caso di cancro alla prostatica. Se la neoplasia è a basso rischio di progressione, viene tenuta sotto controllo dai sanitari. In tal modo si evitano al paziente gli effetti collaterali delle terapie. Di solito si fa così quando le dimensioni della neoplasia sono modeste. Last but not least, a migliorare la vita dei pazienti affetti da cancro alla prostata, anche in fase avanzata, sono farmaci potenti come l’abiraterone acetato e l’enzalutamide. Tali medicinali si sono rivelati ottimi per migliorare la vita dei pazienti ed aumentare la loro sopravvivenza. Di trattamenti efficaci, comunque, ne esistono diversi, come Radium 223, ovvero un ‘radiofarmaco’ che va a finire nell’osso e sprigiona un’energia così potente da annientare le cellule neoplastiche. Anche gli effetti collaterali di tale farmaco sono irrilevanti.
Nonostante le nuove tecniche terapeutiche e i farmaci portentosi, la prevenzione viene sempre prima di tutto. Meglio restare in forma e consumare cibi sani.
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