Unità d’Italia: storia del Regno d’Italia, dal 1861 a oggi
Da Redazione
Gennaio 29, 2019
L’Unità d’Italia è stato l’evento fondamentale – anche se, per molti, soltanto dal punto di vista formale e meramente legislativo – che ha portato alla nascita del Regno d’Italia. Tutti conoscono la data dell’unificazione dell’intera penisola (anche se alcune città e regioni sono state annesse solo dopo le due grandi guerre), datata 1861. Ma quali sono stati gli eventi che hanno portato all’Unità d’Italia?
Unità d’Italia: la spedizione dei Mille e la figura di Garibaldi
Evento fondamentale che segnò l’avvio di numerose guerriglie popolari e di scontri il cui risultato fu la nascita del Regno d’Italia fu la spedizione dei Mille. A organizzarla, a seguito delle due guerre d’indipendenza che avevano interessato la penisola italiana, fu Giuseppe Garibaldi, figlio di capitani di marina mercantile e vecchio cospirazionista mazziniano. Dopo la fuga in Sud America per evitare la condanna a morte e l’ascesa al potere di Cavour, Garibaldi potè tornare in Italia contando sull’appoggio sabaudo e assicurando – a sua volta – di venire a patti con la monarchia pur di realizzare l’Unità d’Italia.
La spedizione dei Mille ci fu a partire dal 5 maggio dl 1860: radunato un gruppo di un migliaio di volontari, il nativo di Nizza partì a Quarto (presso Genova) e, dopo qualche giorno, raggiunse Marsala, nella parte occidentale della Sicilia. Il 15 maggio, data la sconfitta di un contingente borbonico nel paese di Calatafimi, il patriota assunse la dittatura di Sicilia in nome di Vittorio Emanuele: sarebbe stato il primo atto di una ventata rivoluzionaria che, alimentata da continue guerriglie e scontri, porterà alla fine della dinastia borbonica.
La sconfitta della dinastia borbonica
La spedizione dei Mille si tramutò, ben presto, in un’occasione da parte dei garibaldini di conciliare il sogno dell’Unità d’Italia con la volontà contadina di riappropriarsi delle terre che erano state sottratte dai governi precedenti. Per questo motivo Garibaldi cercò appoggio nelle parti più povere della popolazione, che in alcuni casi portarono a diverse difficoltà nell’esercito garibaldino. Un esempio fondamentale fu quello di Bronte, città alle pendici dell’Etna, dove iniziò una rivolta agraria che rischiava di confondersi con quella contadina e che fu evitata da Nino Bixio prima che potesse provocare diverse morti.
Con lo sbarco in Calabria il 20 agosto del 1860 e l’arrivo a Napoli nei primi giorni di settembre, la dinastia borbonica che permaneva al sud si avviava verso la sua fine. Le truppe borboniche furono sconfitte nei primi due giorni di ottobre dall’esercito garibaldino, e l’ultimo re borbone, Francesco II, si ritirò nella sua fortezza di Gaeta.
La proclamazione del Regno d’Italia
Il momento formale in cui ci fu la proclamazione del Regno d’Italia avvenne con l’atto normativo del Regno di Sardegna: la legge n° 4761 del 17 marzo 1861, con la quale Vittorio Emanuele proclamava se stesso e i successori come Re d’Italia.
Così recitava la norma: «PROGETTO DI LEGGE. Articolo unico. Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia.»
Il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia
L’anniversario dell’Unità d’Italia cade annualmente il 17 marzo, all’interno del quale si commemora la nascita del Regno d’Italia avvenuta nel 1861. Il 1911, il 1961 e il 2011 sono state tre date in cui è stata proclamata festa nazionale.
In occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia sono stati tantissimi i preparativi e numerose le occasioni in cui è stato possibile commemorare la nascita del Regno d’Italia. Attraverso la celebre sigla “Italia 150“, che ha imperversato per giorni dal punto di vista mediatico, tutti gli eventi sono stati focalizzati sul ricordo storico della nascita della penisola unita.
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