Vasco Rossi non crede in Dio: ‘Dopo la morte non c’è nulla’
Da Redazione
Ottobre 15, 2017
Don Ciotti ha voluto intervistare, nel corso del programma ‘A sua immagine’, uno dei più grandi cantautori italiani, di ieri e di oggi, ovvero Vasco Rossi. L’intervista, a tutto campo, si è concentrata anche sulla religiosità del rocker di Zocca. Dopo aver ricordato di essere caduto ed essersi rialzato molte volte nella sua vita, piena di sbagli, la celebre rockstar ha rivelato che i suoi genitori erano molto religiosi. Nonostante ciò, ha avuto un pessimo rapporto con la religione. Man mano che cresceva era sempre più scettico finché, a 15 anni, era maturato la consapevolezza di aver perso la fede. Senza tentennare minimamente davanti a don Ciotti, e con il cuore in mano, Vasco ha detto: ‘Ognuno deve avere la propria fede e risponde alla propria coscienza. Dio non esiste e penso che dopo la morte non ci sia più nulla’. Don Ciotti non si è indignato, anzi ha apprezzato la sincerità del Blasco e, prendendo in prestito le parole di Papa Francesco, ha asserito: ‘Meglio un non credente che un credente ipocrita’.
Vasco e la religione
Non è detto che chi frequenta scuole religiose, alla fine degli studi sia un cristiano modello, che va sempre a messa e diffonde la parola del Signore. Non è sempre così, anzi può accadere l’opposto. C’è il rischio ‘dell’effetto boomerang’.
Il giovane Vasco venne iscritto all’istituto San Giuseppe di Modena, una struttura gestita dai salesiani, nel 1967. Non fu semplice per il giovane accettare le rigide regole e gli insegnanti inflessibili, e ben presto iniziò a violare il regolamento. I genitori di Vasco vennero chiamati più volte dai salesiani, lamentando il carattere ribelle e fuori le righe del figlio. Comunque, il ragazzo riuscì a diplomarsi.
La vita non è un dono
Forse è stata anche la permanenza nell’istituto salesiano a far maturare in Vasco Rossi, un approccio laico alla vita. L’artista di ‘Sally’ ha più volte manifestato il suo scetticismo verso la religione, un’indifferenza maturata progressivamente. Qualche anno fa, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, il cantautore 65enne sentenziò: ‘Ho rispetto per chi ha fede ma è un’illusione pensare che esista un creatore e che la vita sia un dono. Non per questo va (la vita, ndr) rispettata di meno. L’uomo deve darsi un codice, un sistema di valori basato sul fatto che siamo responsabili di quello che facciamo, errori compresi’.
Le parole del Blasco fecero trasalire molti prelati, che replicarono duramente a stretto giro. Monsignor Ennio Appignanesi, ad esempio, dichiarò: ‘Avrà una buona voce, ma la sua ignoranza in tema di filosofia e di teologia è abissale e purtroppo questi cattivi maestri, per spirito di emulazione, contagiano i giovani’.
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