Veneto in allerta per il virus epidemico di Chimera

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Veneto in allerta per il virus epidemico di Chimera. Ci sono stati ben sei decessi, oltre ai due in Emilia Romagna. Il batterio killer ha persino ucciso un anestesista vicentino Paolo Demo, che nel 2016 all’ospedale San Bortolo era stato operato al cuore per la sostituzione della valvola aortica. In un simile intervento, è di consuetudine l’uso di un macchinario per la circolazione extraocorporea. Ora non solo c’è l’allarme epidemico, ma il nosocomio finirà sotto accusa per negligenza.

Virus epidemico di Chimera: come lo hanno contratto?

Il macchinario sotto accusa proviene dalla Liva Nova della multinazionale Sorin che produce macchinari per la maggior parte dei reparti di cardiochirurgia degli ospedali di tutto il mondo.

Già a partire dal 2015 aveva lanciato un primo allarme mettendosi in contatto con i vertici delle strutture provviste di questo macchinario, ivi compresa l’Ulss 8 vicentina, per invitare le stesse a sanificare il macchinario prima dell’utilizzo nelle sale operatorie. L’azienda aveva dichiarato che l’attrezzatura fosse difettosa, causando la stagnazione di vapore acqueo con conseguente sviluppo del pericoloso micobatterio Chimera.

La negligenza dell’ospedale per il virus epidemico di Chimera

L’Ulss 8 non si è premurata di porre in essere la procedura indicata dalla Sorin e nel maggio 2017 ha sostituito dell’apparecchio con un altro ritenuto più idoneo, prodotto dalla ditta Maquet Italia.

Le prove e la documentazione che appurano la negligenza da parte dell’ospedale, dove si eseguono 900 interventi all’anno di cardiochirurgia, si leggono all’interno di un memoriale raccolto nel dettaglio da Demo stesso, prima di morire. Quest’ultimo, dopo aver lavorato per una vita nella struttura accusata, aveva scoperto tutti gli altarini legati all’apparecchio proprio dopo essere stato sottoposto a gennaio 2016 lui stesso al primo intervento durante il quale aveva contratto il virus.

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