Vittorio Sgarbi umiliò carabinieri: “Non fate un c…o”, militari risarciti

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Offese carabinieri: Sgarbi condannato al risarcimento

Vittorio Sgarbi stavolta è stato costretto a mettere le mani sul suo portafoglio, visto che è stato condannato a risarcire 4 carabinieri e l’Arma. Il celebre critico d’arte, infatti, fu protagonista di un’acceso battibecco con i militari, lo scorso 22 maggio 2015, nei pressi di un ingresso dell’Expo. Sgarbi, per vedere cancellata l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale ha dovuto corrispondere, a titolo di risarcimento, 10.000 euro a 4 carabinieri e 1.000 euro alla Benemerita. Il Tribunale di Milano non ha però cancellato il reato di resistenza a pubblico ufficiale, e quindi l’ex deputato è imputato, ma ha già optato per il rito abbreviato.

L’accusa ha contestato a Vittorio Sgarbi un atteggiamento scorretto, visto che arrivò con la sua auto, contromano,  davanti all’ingresso ‘cargo 6’ dell’area espositiva, pretendendo di entrare senza alcun titolo. Sgarbi e i carabinieri iniziarono a litigare e lui, a un certo punto, li insultò. Sembra che Sgarbi ordinò al suo autista di forzare il posto di blocco dinanzi all’ingresso e disse a un militare che si trovava nei paraggi:

“Sei un fascista, non fate un c…o e state interrompendo un pubblico servizio, ci vedremo in Tribunale, siete due coglioni… Voi carabinieri state qui a non fare un c…o, io sono qui per lavorare e voi non fate un c…o”.

Parole indubbiamente pesanti quelle proferite da Sgarbi e rivolte ai 4 carabinieri che presidiavano l’ingresso dell’area espositiva. L’udienza del giudizio con rito abbreviato relativo all’accusa di resistenza a pubblico ufficiale è fissata per il prossimo 14 luglio. Nulla di nuovo per il celebre critico d’arte che si è spesso beccate querele a causa del modo ‘colorito’ con cui si rivolge ai suoi interlocutori. Sgarbi, ad esempio, è stato condannato l’anno scorso a versare all’avvocato e critico d’arte Italo Tomassoni, a titolo di risarcimento, 20.000 euro. Secondo l’accusa, infatti, Vittorio tacciò l’avvocato di plagio, incompetenza e circonvenzione d’incapace. Il critico d’arte ed ex parlamentare tacciò Tomassoni di essere un vero e proprio incompetente nel campo della catalogazione e del riconoscimento delle opere dell’artista Gino De Dominicis.

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