Allarme ‘ritirati sociali’: ragazzi dipendenti da Internet e nomofobici

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ritirati-sociali-web-smartphoneBoom di ‘ritirati sociali’ in Italia. Ma chi sono i ‘ritirati sociali’? Si tratta, in soldoni, di giovani dipendenti dalla Rete e nomofobici (ovvero che hanno il terrore di restare senza telefonino) Spesso i ‘ritirati sociali’ sono vittime dei bulli. Insomma, la sfera virtuale diventa dominante nella vita dei giovani ‘ritirati sociali’. David Martinelli, specialista del Centro pediatrico interdipartimentale psicopatologia da web della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, ha spiegato: “Sono i tantissimi ragazzi tra i 12 e 20 anni ‘ritirati sociali’, un fenomeno sottostimato che in Italia alcuni studi indicano in 30 mila giovani colpiti. È un vero e proprio disturbo sociale”.

Genitori disperati

Martinelli è uno dei relatori del convegno di presentazione dell’appello per la prima Giornata internazionale della ‘S-connessione’, presso il Ministero della Salute. L’esperto italiano ha aggiunto: “Vediamo tanti casi di ragazzi che non escono più di casa e hanno nel web il loro mondo. I genitori non sanno cosa fare e arrivano disperati. Li prendiamo in carico e lavoriamo per portarli ad arrivare ad un periodo di ‘disconnessione’. Il primo passo per farli tornare alla vita vera e a rapporti personali con coetanei fuori dal mondo del web”.

Dipendenza dal web pregiudica vita sociale e scolastica

La nostra vita privata e pubblica è indubbiamente mutata con l’avvento di Internet. Dal 2014 ad oggi è aumentato notevolmente il numero delle famiglie italiane che possono accedere alla Rete da casa mediante una connessione a banda larga. Ormai Internet a casa è qualcosa di immancabile nelle case dove c’è almeno un minorenne.

Nelle famiglie in cui vi sono membri minorenni c’è solitamente molta tecnologia: secondo recenti stime, l’87,1% dispone di un pc e l’89% può accedere al web da casa. Solo il 17,8% delle famiglie composte da anziani dispone di un pc e solo il 16,3% di una connessione alla Rete.

Ogni giorno, Facebook, il social network più popolare, è visitato da oltre 23 milioni gli italiani, tra cui i ‘ritirati sociali’. Si accede a Facebook non solo da pc ma anche grazie ai tablet e ai telefonini. Non è un caso che, negli ultimi anni, sia aumentato il numero dei nomofobici, ossia coloro che sono ansiosi quando stanno lontano dal cellulare. Recenti indagini dicono che i molti ragazzi usano i telefonini anche di notte, dormendo poco. Tutto ciò si ripercuote negativamente sull’andamento scolastico.

Giovani navigano giorno e notte

Prima della Rete, i rischi derivavano dal gioco d’azzardo. Oggi l’insidia non è più solamente la scommessa, fisica o virtuale, ma la dipendenza da Internet. Si può navigare sempre, giorno e notte. E’ questo il rischio. I giovani finiscono spesso in un tunnel che li tiene lontano dalla realtà. Molti adolescenti entrano nel vortice della realtà virtuale. Il termine Internet Addiction venne coniato nel 1995 da Ivan Goldberg, che indicò anche i sintomi tipici di una nuova e pericolosa dipendenza.

Smartphone controllato 75 volte al giorno

Da un recente sondaggio portato avanti dall’associazione Di. Te. su 500 soggetti tra i 15 e i 50 anni, il 51% dei giovani tra i 15 e i 20 anni controlla mediamente lo smartphone 75 volte al giorno. Non solo: il 7% lo fa fino a 110 volte al dì. Pazzesco. I ragazzi di oggi sono quasi sempre ‘incollati’ ai propri dispositivi mobili (smartphone e tablet). Il 79% di essi confessa di non riuscire a starne alla larga per almeno 3 ore. Il bisogno di inviare messaggi e chattare si sente anche di notte. Non bisogna stupirsi, dunque, se i giovani di oggi dormono meno rispetto ai coetanei di decenni fa.

La dipendenza da Internet ha varie sfumature. Una è la nomofobia, la paura di non avere con sé lo smartphone e non poter, dunque, chattare con amici e parenti. La nomofobia, così come gli altri disturbi legati alla Rete, tendono a minare non poco la vita di relazione.

Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione nazionale Di.Te., ha dichiarato: ‘Quando c’è un’alterazione delle abilità relazionali e sociali bisogna fermarsi e interrogarsi su cosa ci sta succedendo. Rischioso è l’isolamento sociale, quando si arriva all’alienazione fino a diventare Hikikomori, rinchiusi nella propria stanza rifiutando la scuola e ogni contatto che non preveda l’uso mediato del mezzo tecnologico. I giovani d’oggi sono meno creativi, non sentono il bisogno di verificare le fonti da cui traggono notizie o a fare ricerche per controllare se quello che hanno letto è vero. Stiamo andando verso un’identità digitale e la costruzione della loro personalità avviene anche in base all’uso che fanno della Rete’.

La dipendenza dalla Rete fa diventare cinici e insensibili i giovani. Lo dimostrano gli episodi di cronaca degli ultimi tempi. Lavenia ha spiegato al riguardo: ‘Ha a che fare con il tratto impulsivo di queste sindromi da dipendenza tecnologica: tutto quello che si fa lo si vuole condividere subito. Senza pensare alle conseguenze che ricadranno su di sé né tantomeno sugli altri. La tecnologia ci permette di vivere tutto in modo mediato, anche la paura o un evento traumatico, e quindi di non viverlo sulla pelle, perché il corpo in questa dimensione non è presente. Non ci sono emozioni in quello spazio virtuale, e nulla è realmente condiviso’.

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