Esami universitari, come superarli: 10 consigli utili per affrontarli al meglio

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Fonte: Fazland.com

Quando si decide di intraprendere un percorso universitario non si è ben consapevoli di cosa si debba affrontare. Il passaggio dal liceo all’università può essere a tratti confusionario, a tratti fonte di vero e proprio stress. Il primo scoglio potrebbe essere un eventuale test di accesso, ma superato quello bisogna iniziare a pensare ai primi esami. Gli esami universitari possono essere sostenuti durante le cosiddette sessioni, suddivise a loro volta in appelli – il cui numero varia da facoltà a facoltà. Anche il periodo per sostenere gli esami può essere differente nei vari atenei, anche se generalmente i mesi sono quelli di Gennaio/Febbraio, Giugno/Luglio e Settembre/Ottobre. Oltre agli appelli normali, troviamo gli appelli straordinari, la cui accessibilità è riservata a studenti con particolari esigenze – fuori corso, part-time etc. Affrontare un esame universitario può rivelarsi un dura prova per chi non ha acquisito un metodo di studio adeguato negli anni del liceo. Vediamo quindi 10 consigli utili per prepararsi in tempo e superarli.

Prendere tutto il materiale per tempo

Come riportato da studenti.it, prima di iniziare anche solo a preparare un esame bisogna fare mente locale su cosa serva. La prima cosa da fare è controllare che si sia in regola con le prenotazioni e con la burocrazia, per essere formalmente in grado di presentarsi all’appello. Dopo di che, quando si è sicuri di poter iniziare a studiare senza fare tanta fatica per nulla, si dovrà controllare il programma fornito dal docente e reperire tutti i libri utili, le dispense e gli appunti presi a lezione.

Stilare un programma

Una delle cose fondamentali per affrontare al meglio qualsiasi prova si presenti nella vita è fare mente locale su quale sia la situazione e cosa sia necessario per affrontarla al meglio. Un esame non è molto diverso. Avere a mente una lista delle scadenze e stilare una tabella di marcia, eviterà di ridursi all’ultimo secondo. Non si dovranno fare sessioni straordinarie di studio per recuperare il tempo perso, rischiando di essere sommersi da una mole di lavoro ingestibile e soprattutto dallo stress. E’ bene imparare a organizzare le proprie giornate di studio in modo razionale, suddividendo equamente il lavoro da fare giorno per giorno.

Alternare gli argomenti

Per far si che la tabella di marcia funzioni, che non si smetta per stanchezza e che si rimanga sempre concentrati, è bene alternare gli argomenti più complessi con quelli più semplici. Studiare tutto il giorno materie pesanti rischia di far perdere il focus, disperdendo inutilmente le energie. Passare ad un libro o ad un testo meno complesso può far rilassare e riposare la mente.

Procedere passo per passo

Ridursi all’ultimo momento porta con sé un’altra, sgradevole conseguenza. Quando ci si ritrova con l’acqua alla gola si deve per forza leggere di fretta, consumando un libro dietro l’altro. Ma in questo modo non si può nemmeno pretendere che tutto quello che viene letto, venga immagazzinato nel cervello. E’ necessario stabilire un ritmo equilibrato e regolare: si può pensare di fermarsi dopo un tot di pagine per fare uno schema riassuntivo, un riassunto o una mappa concettuale. In questo modo i concetti vengono appresi meglio e si sedimentano più in profondità nella memoria.

Fare delle pause per ripetere

Una volta raggiunta la metà del programma si può iniziare a ripetere, con gli schemi e le mappe concettuali sotto mano. Decidere di affrontare il ripasso volta per volta aiuta a consolidare meglio le conoscenze e permette di prendere delle pause dallo studio intensivo, evitando la dispersione dei concetti e una fatica esagerata.

Assimilare bene le basi prima di procedere

Come nella costruzione di un edificio, anche lo studio di una materia ha bisogno di basi solide sulle quali edificarsi e dalle quali procedere per continue specializzazioni o approfondimenti. Non si può pensare di continuare a immettere conoscenze e concetti se quelli precedenti non sono stati compresi. Nello studio non bisogna avere fretta. Si rischia di faticare tanto per poi dimenticare ciò che si è fatto in breve tempo.

Comprendere i propri limiti

Affrontare un esame, e più in generale un percorso universitario, comporta l’accettazione delle proprie potenzialità ma anche dei propri limiti. Non è una gara! Si deve studiare per apprendere non per superare un esame dopo l’altro come un automa, senza di fatto immagazzinare nulla. E’ necessario prendersi il proprio tempo, senza pretendere troppo da se stessi. L’università serve per porre le basi e le conoscenze di cui si avrà bisogno in un futuro contesto lavorativo quindi è molto importante farla al meglio delle proprie capacità.

Se serve, meglio domandare che avere dubbi

Premesso che, come insegna Socrate, sapere di non sapere è fondamentale, quando si decide di affrontare un percorso universitario e di preparare un esame – come già detto sopra – è bene essere a conoscenza dei propri punti deboli, delle proprie lacune e degli argomenti sui quali si è meno preparati. Per capirlo l’unico modo è farsi e fare agli altri delle domande all’inizio di ogni sessione di ripasso e alla fine: in questo modo si vedrà se le mancanze di partenza, durante lo studio, sono state colmate.

Prendere della pause dallo studio

Per quanto non sembri o si fatichi a crederlo studiare molto è un’attività stancante e debilitante, sia a livello mentale che fisico. Prendersi delle pause è fondamentale, necessario! Bisogna concedere al cervello il tempo di svagarsi e di riprendersi. Inoltra, cosa assolutamente da non sottovalutare, non è sano mettere del tutto da parte la propria vita privata e sociale. E’ consigliato continuare a coltivare i propri interessi e i propri rapporti al di là dello studio.

Confrontarsi con gli altri

Confrontarsi con gli altri è importante – per capire i vari punti di vista, se ci sono cose che devono essere approfondite o concetti che si sono persi – ma va comunque fatto con moderazione. Ognuno ha il proprio metodo e un modo di apprendere le cose, quindi non è detto che ciò che vada bene per uno vada bene anche per un altro. Questo vale, ad esempio, per la ripetizione. Ad alcuni serve per solidificare le nozioni ed essere più sicuri, altri non ne sentono assolutamente il bisogno.

 

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