Allergia primaverile: causa, sintomi allergenici, prevenzione e cura

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Fonte: fisiokine

La primavera è la stagione della rinascita e del tempo più mite, delle giornate lunghe e dei fiori che sbocciano. La primavera porta con sé molte cose belle e positive, ma anche qualcosa di indesiderato come l’allergia primaverile. Per chi soffre di questo disturbo l’arrivo della bella stagione è un vero e proprio incubo, tra pollini, graminacee e rinite allergica. Vediamone nel dettaglio causa, sintomi, prevenzione e possibile cura.

Allergia primaverile: statistiche, cause principali e zone più colpite

Ricerche scientifiche hanno dimostrato che almeno quattro italiani su dieci soffrono di allergia primaverile. La causa principale sembrano essere i pollini che, con l’arrivo della bella stagione, vengono trasportati nell’aria. Durante la fioritura delle piante infatti gli starnuti colpiscono circa l’80% degli italiani e chi soffre di allergia deve sopportare tutta un’altra serie di sintomi.

Piante che causano l’allergia primaverile

I pollini che scatenano l’allergia primaverile derivano da più piante diverse. Le parietarie che fioriscono da Marzo a Ottobre, le graminacee da Aprile a Giugno, le betullacee da Gennaio a Maggio, le oleacee da Maggio a Giugno, le cupressacee da Febbraio a fine Marzo, le composite da Luglio a Settembre.

Parietaria: specie erbacea tipica degli ambienti a clima temperato-caldo; cresce in modo spontaneo sulle rocce e sui muri, da qui il nome con cui è conosciuta: Erba muraiola. Il polline di parietaria è molto piccolo quindi facilmente trasportabile dai venti e di agile infiltrazione nelle vie aeree.

Graminacea: pianta priva di rami e fusto legnoso e sostanzialmente erbacea. Sono piante altamente allergeniche, la cui altezza può variare da pochi centimetri ad alcuni metri. Le graminacee comprendono molte specie e varietà che vengono consumate quotidianamente dall’uomo come il frumento, il mais, l’avena, l’orzo, la segale, il granturco e il riso.

Betullacee: piccolo gruppo di generi di piante arboree o arbustive, tipiche delle regioni fredde e temperate. Gli alberi compresi nella famiglia delle betullacee sono appunto la betulla, l’ontano, il nocciolo.

Oleacee: sono piante spontanee tipiche delle regioni sub-tropicali e temperate. Questa famiglia comprende circa 400 specie di cui una decina sono di origine europea. Uno dei rappresentanti più noti della famiglia delle oleacee è il frassino, con un grado allergenico molto elevato.

Cupressacee: questo gruppo prende il nome dal suo esemplare più rappresentativo, ovvero il cipresso, ma nel genere della sequoia si annoverano alberi tra i più grandi e longevi del mondo.

Composite o Asteracee: sono per la maggior parte piante erbacee, diffusissime a livello globale. Alcune specie sono commestibili e ampiamente coltivate per il consumo umano: lattuga, radicchio, cicoria, carciofo. Altre specie vengono invece utilizzate come piante officinali: camomilla, calendola e arnica.

Le zone d’Italia più colpite dall’allergia primaverile

Le zone più colpite dall’incidenza dell’allergia primaverile, in particolare quella dovuta ai pollini da cipresso, sono la Toscana, la Puglia, la Liguria, l’Umbria, il Lazio e la Campania. Nel centro Italia si stima che un bambino su dieci sia allergico al cipresso. La causa principale di questo incremento dei disturbi allergenici sembra essere l’aumento della coltivazione del cipresso a scopi ornamentali o di rimboschimento.

Sintomi dell’allergia primaverile: diagnosi e gravità

I sintomi dell’insorgenza di un’allergia primaverile sono abbastanza semplici da identificare. Tra gli effetti principali troviamo infatti congestione nasale, occhi lucidi, bruciore o arrossamento della congiuntivite e lacrimazione.  Altri sintomi, che riguardano l’apparato respiratorio, possono essere starnuti isolati, prurito al palato, tosse secca accompagnata da difficoltà di respiro.

In altri casi l’allergia primaverile può interferire nella consueta routine quotidiana con una riduzione sensibile dell’olfatto e del gusto, senso di insonnia, stanchezza e irrequietezza e difficoltà di respiro o asma. In questi casi l’allergia primaverile da semplice fastidio può passare ad essere un fattore invalidante per i soggetti che ne soffrono.

Alcune regole per prevenire e combattere l’allergia primaverile

La prevenzione dell’allergia è molto importante così da evitarsi tutti i fastidi connessi e non dover ricorrere a cure farmacologiche.

  • La prima cosa, ovviamente, sarebbe evitare di uscire nelle giornate ventose quando è più alta la concentrazione dei pollini nell’aria.
  • Così come è sconsigliato areare gli ambienti della propria abitazione nelle ore più calde e ventilate.
  • Lavarsi spesso e quotidianamente rimuove i residui pollinici che si possono essere depositati sui vestiti o sui capelli.
  • E’ altresì sconsigliato uscire dopo un temporale dato che l’acqua, rompendo i granuli dei pollini, rende più facile la loro entrata nelle vie aeree.
  • Usare delle mascherine se si devono svolgere dei lavori all’aperto.
  • Evitare di viaggiare in auto con i finestrini abbassati.
  • Pulire spesso casa e lavare i pavimenti. L’aspirapolvere può sollevare le particelle dei pollini quindi è consigliato prestare attenzione.
  • Rimuovere, quando possibile, tutti quei pezzi di arredamento sui quali possono depositarsi i pollini: moquette, tappeti, tende.

Alcuni rimedi per l’allergia primaverile: a chi rivolgersi, cura e rimedi

Lo scopo principale dei trattamenti di cura e dei rimedi dell’allergia primaverile è quello di ridurre i sintomi e i fastidi causati dai pollini, se non provare a prevenirli. La soluzione più efficace sarebbe ovviamente quella di evitare l’esposizione durante le ore più calde e ventilate, ma laddove ciò non fosse possibile si possono prendere altri accorgimenti.

In genere si consiglia di iniziare il trattamento (per bocca e/o nasale) circa due settimane prima della prevista manifestazione dei sintomi, in modo da garantire l’efficacia massima nei giorni di maggior concentrazione dei pollini.

Nei casi più leggeri ci si può facilmente rivolgere ad un farmacista. Nella maggior parte dei casi è tuttavia necessaria la consulenza di un medico se non di uno specialista allergologo, nelle situazioni più gravi e invalidanti. Il rimedio di prima linea consigliato da tutti i medici è un corticosteroide intranasale, in forma di spray. Questa prima cura può essere affiancata da altre di seconda linea che comprendono:

  • Antistaminici: uso orale, colliri o spray nasali
  • Decongestionanti: medicinali da banco, senza obbligo di ricetta medica, in forma liquida
  • Antagonisti dei recettori dei leucotrieni: i leucotrieni sono sostanze chimiche del sistema immunitario che causano i sintomi dell’allergia
  • Lavaggi nasali

 

 

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