La vittoria di Bolsonaro alle presidenziali del Brasile ha aperto un nuovo spiraglio di dialogo tra Italia e Brasile, per quanto riguarda la figura di Cesare Battisti. Matteo Salvini ha già annunciato che si proverà a dialogare seriamente con il Brasile per riportare il terrorista in Italia; in risposta, Bolsonaro prima, suo figlio poi, hanno fatto sapere che la possibilità è concreta.
Chi è Cesare Battisti
Tra i nomi emersi particolarmente nelle ultime ore c’è quello di Cesare Battisti, richiesto a gran voce da Matteo Salvini dopo la vittoria di Bolsonaro in Brasile. Cesare Battisti è stato un terrorista italiano nel periodo degli anni di piombo, condannato a un ergasolo in contumacia: i suoi crimini, secondo la Repubblica Federale del Brasile, sono caduti in prescrizione nel 2013.
Divenuto valido scrittore di romanzi noir, la sua estradizione è stata sempre vietata per diversi motivi, tra cui il matrimonio con una donna brasiliana e la nascita di una figlia proprio nello stato sudamericano.
La richiesta di Matteo Salvini su Twitter
Non è mancata la reazione immediata da parte di Matteo Salvini. Il ministro dell’interno e vicepremier leghista ha commentato su Twitter la vittoria di Bolsonaro, aprendo uno spiraglio sul dialogo con il Brasile per ottenere il ritorno in Italia di Cesare Battisti.
Questa la richiesta di Matteo Salvini su Twitter: “Anche in Brasile i cittadini hanno mancato a casa la sinistra! Buon lavoro al presidente Bolsonaro, l’amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi sarà ancora più forte. E dopo anni di chiacchiere, chiederò che ci rimandino in Italia il terrorista rosso Battisti”.
La risposta di Bolsonaro e suo figlio
Sia Bolsonaro che suo figlio hanno subito parlato di regalo da fare all’Italia. Dapprima il neo presidente del Brasile, che ha parlato di “regalo che faremo all’Italia”. Sulla stessa lunghezza dell’onda suo figlio Eduardo, che su Twitter ha risposto a Matteo Salvini parlando di “regalo in arrivo”. Il figlio del presidente ha poi ringraziato il leader del Carroccio per il supporto ricevuto in campagna elettorale.
