D’Alema striglia Renzi: “Il partito è abbandonato a se stesso”

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D'Alema e Renzi

D'Alema e RenziIl dem Massimo D’Alema invita il premier Matteo Renzi a prendere in considerazione la possibilità di fare un passo indietro nella segreteria del Pd, perché la doppia carica non fa bene né al partito né al Governo

 

D’Alema, nel corso della Festa dell’Unità, ha dichiarato: “Non è un fatto positivo che premier e segretario Pd siano la stessa persona. Il partito è abbandonato a se stesso, sta deperendo. Non è un bene neanche per il governo… Renzi dovrebbe decidere di aprire una discussione vera sul partito. Dopo il grande risultato alle europee, abbiamo iniziato a perdere terreno, perché parte delle speranze suscitate da Renzi sono state deluse, tanto che oggi i sondaggi ci danno al 34%”.

Insomma, Massima D’Alema ritiene che il premier non può essere anche segretario del Pd. Non è la prima volta che il buon Massimo critica l’atteggiamento e l’operato di Matteo Renzi, sottolineando che l’ex sindaco di Firenze ha fatto solamente perdere molti consensi al Pd. E’ chiaro che i due hanno visioni differenti. D’Alema, poi, non è la sola ‘spina’ del premier, visto che anche molti dem come Bersani lo stigmatizzano spesso.

D’Alema, lo ricordiamo, si è risentito tempo fa dopo il discorso di Renzi sulla politica dell’ultimo ventennio del centrosinistra. Nel corso della Festa dell’Unità a Milano, l’ex premier affermò: “Non dico che bisogna sempre ispirarsi al passato ma nemmeno sputarci sopra per far finta di essere grandi”.

Durante il Meeting CL di Rimini, Matteo Renzi accusò berlusconismo ed antiberlusconismo di essere le vere cause dei ritardi italiani. D’Alema, indignato, replicò subito: “Berlusconi lo abbiamo combattuto e non abbiamo perso tempo… alcune politiche dell’Ulivo sono ancora dei punti di riferimento”.

D’Alema è consapevole del fatto che il Pd è ancora il primo partito in Italia, ma ha perso molti voti negli ultimi anni. Secondo lui, il Pd dovrà scegliere se “allearsi con la destra o ricostruire il centrosinistra. Sono due alternative e ci troveremo di fronte a questa scelta: andremo alle elezioni con Alfano, Cicchitto e Verdini o cercheremo di ricostruire il centrosinistra? Quello con i conservatori è un abbraccio mortale, come si è visto con i socialisti greci. Io voglio capire da studioso cosa farà il Pd”.

L’ex premier ha la sua visione, che però non è gradita da molti, a cominciare dall’attuale premier Renzi e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. Quest’ultimo, riferendosi alle parole proferite da D’Alema, affermò tempo fa: “Se pensa di poter far meglio di Renzi può candidarsi alle primarie Pd del 2017… Reduce da felici circumnavigazioni estive l’onorevole presidente D’Alema sostiene che il partito democratico abbia perso 2 milioni di voti. Come noto, invece, il Pd nelle ultime elezioni nazionali ha preso nel 2013 il 25.2 per cento con la guida di Pier Luigi Bersani e nel 2014 il 40.8 per cento con la guida di Matteo Renzi. Le prossime elezioni nazionali si terranno nel 2018. Lo attendiamo impazienti per un confronto con gli iscritti e con i partecipanti alle primarie. Fino a quel momento, tuttavia, parlano i fatti”.

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