In quali modi è possibile classificare i diamanti

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diamante

Il mercato del lusso e in particolare il settore dei diamanti è sempre sulla cresta dell’onda e tende a non conoscere crisi. Se per alcuni questi articoli rappresentano degli acquisti occasionali, più unici che rari, fatti solamente in determinate occasioni nella vita, per un’altra fetta di clientela comprare e vendere diamanti è decisamente più usuale: tali oggetti sono infatti una riserva di valore oltre che accessori preziosi da indossare in eventi speciali.

Quello che non tutti forse sanno è che i diamanti che si trovano in gioielleria o nei diversi store online sono classificabili secondo diversi criteri e che questa classificazione aiuta molto a identificare il loro valore, così come le loro caratteristiche peculiari.

Come possono essere quindi classificati i diamanti?

Classificazione basata sul colore

Una classificazione diamanti può essere fatta in base al colore. Quando un diamante è completamente privo di colore, è indice che ci si trova di fronte a un pezzo particolarmente raro e molto prezioso. La normale gamma di colore dei diamanti che si trovano comunemente in circolazione va dall’incolore ad un leggero giallo o marrone.

I diamanti più preziosi, privi di colorazione, diventano quindi uno standard utile per classificare il resto dei pezzi e a stabilirne prezzo e valore. La gamma di tinte di questi oggetti preziosi rappresenta una semplice scala con la quale determinare il valore e il relativo prezzo di compravendita di ogni diamante.

Classificazione basata sulla purezza

Per classificare un diamante in base alla sua purezza è necessario procedere ad un esame estetico che ne vada a definire eventuali imperfezioni. Per effettuare questo tipo di analisi viene utilizzata generalmente una lente che ingrandisce fino a 10 volte e si va a ricercare l’assenza di caratteristiche interne particolari che potrebbero determinare l’aumento o la diminuzione della purezza.

La ricerca di eventuali imperfezioni non è però l’unico parametro che determina la purezza di un diamante. Esistono anche altre variabili quali le dimensioni, la brillantezza e il numero di inclusioni. Il livello più basso di purezza viene assegnato qualora durante l’ispezione di un diamante da parte di personale qualificato, si notino imperfezioni visibili chiaramente ad occhio nudo.

Classificazione basata sul taglio

La classificazione basata sul taglio del diamante ne va ad osservare essenzialmente non solo la forma, ma anche il numero delle faccette e la loro posizione: queste caratteristiche infatti vanno ad influire sulla brillantezza del diamante stesso.

Classificazione basata sui carati

Una delle classificazioni probabilmente più conosciute per quanto riguarda i diamanti è probabilmente quella relativa ai carati, ovvero al peso del diamante. Il carato è infatti l’unità di misura che identifica il peso del diamante stesso: 1 carato corrisponde a un peso di 0,2 grammi.

La caratura di un diamante incide notevolmente sul suo valore ed è quindi una delle caratteristiche fondamentali per valutarne il prezzo al pubblico. Ovviamente non è l’unica caratteristica da considerare, ma va presa in esame in concomitanza con tutte le altre variabili viste in precedenza.

Quando si acquista un diamante, è bene anche porre attenzione alla presenza delle certificazioni ufficiali. Queste ultime possono essere rilasciate solo a seguito di un’ispezione da parte di personale esperto e qualificato, in grado di determinarne il reale valore con precisione.

Le certificazioni per i diamanti sono fondamentali, in quanto è davvero difficile senza competenze specifiche nel settore riuscire a stabilire la qualità effettiva di un determinato prodotto.

Un consiglio valido in ogni caso è quindi quello di non acquistare mai un diamante sprovvisto di un’adeguata attestazione perché si rischierebbe di pagare eccessivamente una pietra preziosa che potrebbe avere un valore notevolmente inferiore al prezzo richiesto dal venditore.

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