Matteo Renzi ha celebrato il suo primo anno di governo con il varo dei decreti sul Jobs Act e il ddl su liberalizzazioni e concorrenza. Tra le novità l’eliminazione dei dei co.co.pro e Rc auto meno costose. In tema di lavoro, però, i sindacati e la minoranza del Pd puntano i piedi.
“La giornata di oggi è storica più di quanto le cifre possano raccontare. Per la prima volta c’è una generazione che vede riconosciuto il proprio diritto ad avere delle tutele maggiori, che per la prima volta vede una battaglia al precariato e non ai precari. Una generazione vede finalmente riconosciuto il suo diritto a tutele maggiori e ad avere nel proprio vocabolario parole come mutuo, ferie, buonuscita”, ha affermato ieri Renzi, sottolineando che 200.000 persone passeranno dai contratti a progetto al tempo indeterminato.
Susanna Camusso, leader della Cgil, non apprezza la riforma del lavoro di Renzi e dice: “L’unico ‘asse’ dello Jobs Act è l’avere reso legittimi i licenziamenti illegittimi laddove dal punto di vista del tanto annunciato intervento sull’abolizione del precariato non c’è nulla di particolare da segnalare”.
