Lascia 4 milioni di euro a operai e impiegati: l’umanità di Luciano Tamini

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La generosità di Luciano Tamini: lasciata 4 milioni ai dipendenti

La generosità di Luciano Tamini: lasciata 4 milioni ai dipendentiUn imprenditore di Legnano, Luciano Tamini, è morto recentemente. La dipartita dell’84enne ha gettato nello sconforto non solo i suoi familiari ma anche amici e dipendenti. Luciano non solo era un abile imprenditore ma anche grande uomo. La generosità era uno dei tratti distintivi del suo carattere. A dimostrarlo è stata la cospicua donazione fatta ai suoi dipendenti. Luciano ha lasciato 4 milioni di euro agli operai e agli impiegati della Tamini Trasformatori, nello specifico 10.000 euro ad ogni impiegato e 15.000 euro ad ogni operaio. Il motivo di questa differenza? Beh, perché secondo Luciano era giusto riconoscere qualcosa in più a chi guadagnava di meno. Una cosa è certa: il personale della Tamini Trasformatori non dimenticherà mai Luciano.

300 dipendenti

Essere un bravo imprenditore significa innanzitutto dare il massimo per gli operai e gli impiegati dell’azienda. Ne era certo Luciano Tamini, 84enne che aveva preso le redini dell’azienda di famiglia quando aveva solo 21 anni. Il padre morì all’improvviso e lui dovette gestire l’officina meccanica che, a un certo punto, convertì in una società leader nella creazione di trasformatori. Luciano era a capo di un’azienda con 300 dipendenti ma gli era stata diagnosticata una brutta malattia che, alla fine, l’ha stroncato. Il 2014 fu un anno nefasto per l’imprenditoria italiana. Anche l’azienda di Tamini passò un brutto momento e Luciano, per difendere il marchio e soprattutto i suoi dipendenti optò per la cessione della Tamini Trasformatori alla Terna, ‘gigante’ italiano nel campo della distribuzione di energia. L’imprenditore lombardo poteva tranquillamente infischiarsene delle condizioni dei lavoratori, del loro futuro e delle loro famiglie; invece li ha tutelati sempre, fino all’ultimo dei suoi giorni.

Non voleva mandare i dipendenti in cassa integrazione

Dopo l’acquisizione della Tamini Trasformatori da parte della Terna, Luciano Tamini rivestì la carica di presidente onorario. Sono arrivati momenti bui anche per la Terna e si è fatto avanti lo spettro della cassa integrazione, a cui l’84enne si era sempre opposto. Luciano non voleva assolutamente mandare a casa molti impiegati ed operai. Prima di morire Aveva inviato un’accorata lettera a tutto il personale, invitandolo a resistere perché la Tamini è resistente. Il male incurabile ha ucciso Luciano. Ieri si sono svolti i funerali, a cui hanno partecipato tutti i suoi dipendenti. 300 persone hanno detto grazie a un uomo immenso, dotato di una sensibilità e di una generosità fuori dal comune. Luciano ha devoluto 4 milioni di euro ai suoi dipendenti per farli stare meglio, per non farli abbattere e per aiutarli a superare le problematiche economiche. Luciano Tamini era un uomo d’altri tempi, con valori d’altri tempi. Oggi, purtroppo, generosità, filantropia e carità sono concetti quasi rari.

Il cinismo è veramente la chiave del trionfo imprenditoriale?

Chi l’ha detto che per essere un valido imprenditore bisogna essere sprezzanti, avidi e impassibili? Non è vero, e la storia del signor Tamini lo dimostra. Fortunatamente, nel mondo esistono persone come l’impresario di Legnano. L’anno scorso, ad esempio, il ricco imprenditore Savji Dholakia aveva deciso di regalare a 1.700 dipendenti della sua azienda (quelli più operosi e fedeli) 400 appartamenti e 1.300 macchine. Savji vuole che i dipendenti della sua azienda diano il massimo, quindi vuole renderli felici provvedendo a soddisfare i bisogni di base, ovvero macchine e case. L’impresario è certo che Dio rende felice chi contribuisce a rendere spensierati gli altri.

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