Mangiare bene è un’impresa quando sei povero

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famiglie-povertà-junk-foodE’ bello apprendere notizie di un, seppur modesto, calo di bimbi obesi e in sovrappeso. Notizie del genere, purtroppo, non vengono diffuse quasi mai perché l’obesità infantile è galoppante nel mondo. A stupire però non sono solamente i dati sull’obesità infantile ma anche sull’incidenza dell’obesità nelle zone povere di ogni Paese. In sostanza, l’obesità infantile dilaga nei nuclei familiari indigenti. Dati del Centro di informazione sull’assistenza sanitaria e sociale britannico mostrano che un quarto dei bambini che vivono nelle aree più povere è obeso, rispetto all’11% che vive nelle zone ricche.

Il cibo spazzatura

I dati diffusi dal Centro britannico sono a dir poco inquietanti. I bimbi che vivono in contesti e famiglie povere rischiano il doppio, rispetto agli altri, di diventare obesi o sovrappeso. Questa situazione ha portato molte persone a chiedere di non trasmettere in tv pubblicità di cibo spazzatura prima delle 21. Tale strategia sarà vincente?

Il cibo spazzatura. E’ questo il vero problema. Molte famiglie, specialmente quelle più povere, non avendo molto denaro da spendere, fanno mangiare ai piccoli alimenti di bassa qualità e molto calorici. In contesti disagiati le famiglie lasciano i piccoli scaldare patatine fritte e sorseggiare bibite gassate come se non fosse nulla. Invece, tutto ciò è grave. Non bisogna stupirsi se l’obesità infantile, in certe nazioni, abbia raggiunto livelli allarmanti.

Il cibo sano costa

Il cibo sano, si sa, è spesso costoso e le opzioni meno salutari sono relativamente economiche. Basti pensare alle patatine fritte. Quando le famiglie non abbienti devono trovare il cibo più economico disponibile per i figli è probabile che non sia fresco; ed è anche probabile che sia altamente calorico e pieno di additivi. Alimenti che forniscono calorie ‘vuote’ e creano, per di più, una forte dipendenza. Tutto ciò non dovrebbe essere trascurato dalle famiglie e dalle autorità. La povertà mette in ginocchio tante famiglie, che non sanno cosa mettere sul piatto. L’unica opzione disponibile è il junk food; l’opzione più economica.

Cucinare piatti salutari è costoso. Bisogna acquistare le verdure e gli ingredienti nei supermarket o al mercato; poi c’è la cottura e il dispendio del gas e dell’energia elettrica. Spese insostenibili per certe famiglie. C’è chi reputa il concetto di cibo spazzatura datato e fuorviante perché ormai è parte integrante della società contemporanea. E’ innegabile che la cultura alimentare sia cambiata (in peggio?) e che certe abitudini malsane siano diventate prassi.

Povertà ingrassante

La cultura alimentare è cambiata e nel mondo è aumentato il numero di bimbi obesi. Una strana correlazione, vero? Il problema non è solo la continua propaganda, da parte delle aziende alimentari, di cibi grassi e calorici ma anche la povertà. Dove c’è indigenza, spesso c’è obesità. La povertà, insomma, non solo è estenuante e limitante ma anche molto ingrassante.

Le differenze socio-economiche sono dunque alla base delle diversità di accesso al cibo salutare. Non è solo questo, però, il motivo per cui i bambini poveri tendono a mangiare più cibo spazzatura. Un americano ha voluto analizzare questo aspetto ed ha scoperto, dopo aver intervistato tanti genitori e svolto numerose attività similari, che i genitori benestanti concepiscono diversamente gli alimenti, danno più valore al cibo salutare e, per questo, tendono a dire ‘no’ ai figli che reclamano il junk food.

Nel 96% delle famiglie ad alto reddito, almeno un genitore ha detto di rifiutare regolarmente le richieste di cibo spazzatura. I genitori poveri, invece, dicono quasi sempre ‘sì’ al junk food.

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