Posta barzelletta sui carabinieri su Facebook: denunciata
Da Redazione
Dicembre 16, 2017
Una casalinga di Trento è stata denunciata per vilipendio alle forze armate dopo aver postato su Facebook una barzelletta sui carabinieri. La storiella comica è stata pubblicata su una pagina Fb di Casarza Ligure, in provincia di Genova. A scoprire la barzelletta sono stati proprio i carabinieri della compagnia di Sestri Levante, che hanno anche denunciato l’amministratrice della pagina. Questa, secondo i militari, non avrebbe cancellato la freddura, reputata oltraggiosa.
Le scuse dell’amministratrice della pagina Fb
L’amministratrice della pagina Facebook in cui era stata postata la barzelletta sui carabinieri si è comunque scusata, eliminando tempestivamente il contenuto offensivo.
Spetterà all’autorità giudiziaria valutare se quella barzelletta ledeva effettivamente la reputazione dell’Arma; se quindi configurava vilipendio alle forze armate.
I militari di Casarza Ligure hanno ritenuto offensive quelle frasi postate su Facebook da una cinquantenne di Trento e per questo l’hanno denunciata insieme all’amministratrice della pagina, una 36enne.
Le frasi offensive sui social
Al di là della denuncia e della prossima decisione del giudice, il fatto deve far riflettere su quanto le piattaforme social stiano diventando ‘terreno di sfogo’ per molte persone. Non di rado gli internauti postano frasi scurrili ed oscene sui social media, credendo di restare impuniti. Si viene puniti, eccome!
Postare un contenuto oltraggioso sul web è molto grave. E’ la legge stessa che lo dice. Offendere qualcuno sui social equivale all’ingiuria, alla calunnia o alla diffamazione a mezzo stampa.
Restando sul terreno della diffamazione a mezzo web e social network, bisogna tenere a mente che il reato si consuma non nel momento in cui viene pubblicato il contenuto ma quando viene percepito dai ‘terzi’, ovvero soggetti estranei all’offeso e a colui che ha postato il contenuto.
Diffamazione aggravata
Per la legge italiana, se un commento oltraggioso viene postato su un social network o sulla chat di un gruppo WhatsApp si configura il reato di diffamazione aggravata, contemplato dall’articolo 595 del codice penale. Meglio riflettere un bel po’, dunque, prima di scrivere sul web.
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