Prezzo delle sigarette aumenta per difendere la salute

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prezzo-sigarette-rincaroEcco un nuovo rincaro dei prezzi delle sigarette in Italia. Tanti fumatori dovranno sborsare dai 10 ai 20 centesimi in più a pacchetto, a seconda delle marche. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, responsabile della gestione del Monopolio di Stato sulle sigarette, ha affermato che l’aumento riguarda le ‘bionde’ comprese nel gruppo Philip Morris. Rincari, dunque, per Virginia, Diana, Chesterfield, Merit, Marlboro, Philip Morris, L&M ed altri brand. Due mesi fa, il rincaro aveva interessato le Camel. Complessivamente, le Marlboro hanno subito rincari minori rispetto alle altre marche.

Rincari già annunciati

I tabagisti non devono stupirsi dinanzi al nuovo incremento del prezzo di certe marche di sigarette. I rincari erano già stati annunciati nei mesi scorsi. Lo scopo è incrementare di un centesimo il costo di ogni sigaretta per racimolare, ogni anno, oltre 700 milioni di euro e difendere la salute degli italiani. E’ stato notato che l’aumento del prezzo delle ‘bionde’ è un valido dissuasivo. A proporre un forte aumento delle accise sul tabacco, nei mesi scorsi, erano stati sia la ministra della Salute Beatrice Lorenzin che l’Associazione italiana di oncologia medica.

‘L’aumento del prezzo delle sigarette rappresenta una battaglia di civiltà ed è una strada giù percorsa con successo da altri Paesi come l’Australia, la Norvegia e l’Irlanda. Più di 100mila casi di tumore ogni anno in Italia sono dovuti al fumo di sigaretta. L’85-90% dei tumori del polmone, il 75% di quelli della testa e collo e della vescica, il 25-30% di quelli del pancreas sono imputabili al tabagismo’ aveva spiegato il presidente AIOM Carmine Pinto, aggiungendo che ‘la nostra società scientifica più di un anno fa sostenne una campagna per l’istituzione di un Fondo Nazionale per l’Oncologia, da finanziare con le accise sul tabacco: 1 centesimo a sigaretta, per colpire uno dei principali fattori di rischio oncologico e garantire l’accesso a tutti i pazienti ai farmaci innovativi’.

Finanziare la ricerca contro il cancro

Prezzo elevato delle sigarette, dunque, per finanziare anche la ricerca contro il cancro e gli studi per formulare farmaci portentosi. L’American Cancer Society, come ricordato da Pinto, ha dichiarato che il 30% di tutti i decessi nel mondo è provocato dal tabacco. In Italia, invece, ammontano ad oltre 180mila le morti evitabili derivanti da neoplasie e patologie dell’apparato respiratorio e cardiovascolare.

Gli esperti ricordano che abbandonare le sigarette permette di ridurre del 50%, dopo un lustro, il pericolo di tumori dell’esofago, del cavo orale e della vescica. Ovviamente, l’abbandono delle ‘bionde’ favorisce una forte riduzione del rischio di tumore ai polmoni. E’ proprio quest’ultimo quello che colpisce maggiormente i fumatori.

Disincentivare una pessima abitudine

In numerose nazioni, negli ultimi anni, è stato aumento il prezzo delle sigarette per distogliere i fumatori dalla poco salutare abitudine. Sembra che le campagne siano state benefiche, contribuendo a una forte riduzione del numero dei fumatori. Una ricerca pubblicata 2 anni fa su Tobacco Control metteva in evidenza che 7 dei 22 milioni di morti evitate, nel mondo, nell’arco di 7 anni, era conseguenza proprio dei rincari del prezzo delle ‘bionde’. Gli altri 15 milioni di decessi evitati, invece, sarebbero l’effetto dei vari provvedimenti promossi dall’Oms e attuati in numerosi Paesi, come i divieti di fumo in determinate zone (ospedali, scuole, etc.) controllo continuo del tabagismo e campagne mirate in certi ambiti (scuole in primis).

‘Anche attraverso le tasse sul tabacco e l’aumento del prezzo delle sigarette gli Stati potrebbero risparmiare miliardi di dollari e salvare milioni di vite’, recita la relazione ‘The economics of tobacco and tobacco control’, stilata dall’Oms e dal National Cancer Institute.

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