Riforme, Renzi ripropone ‘listino’ ma non tocca art. 2 riforma costituzionale

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Matteo Renzi

Matteo RenziRiforme. Matteo Renzi dovrà, a questo punto, arrivare a un compromesso, visto che al Senato ci sono numeri risicati e la minoranza del Pd grida battaglia. Il premier, però, mette le cose in chiaro: l’art. 2 della riforma costituzionale non si tocca, ovvero la norma sull’elettività indiretta dei senatori

 

Renzi ora non ha altra possibilità che riproporre il ‘listino’, una sorta di offerta che non era piaciuta a molti dissidenti dem come Chiti e Gotor. L’ex sindaco di Firenze, però, non ha altra scelta e sa che è l’unico modo per arrivare a un’intesa interna al Nazareno. Non sarà facile per il il segretario del Pd trovare un accordo in merito, anche perché la ‘frangia estrema’ dem non risponde neanche più a Bersani.

Emblematiche le recenti parole del Corsera: “La mediazione più avanzata per il Governo è questa: una lista di consiglieri regionali ad hoc, stilata dai partiti, ma che gli elettori potrebbero votare direttamente alle consultazioni per il rinnovo dei vertici delle Regioni. Queste modifiche, però, non verrebbero inserite nell’art.2 del ddl Boschi, bensì negli art. 70 (quello sulle funzioni del Senato) e 122 (quello sugli emolumenti) nonché nelle disposizioni finali della normativa, come impegno dell’esecutivo”.

La minoranza dem, insomma, sta rendendo difficile la vita a Renzi che, comunque, ritiene di lavorare serenamente anche senza il suo appoggio. Nelle ultime ore, molti dissidenti dem hanno tirato in ballo nuovamente la questione del doppio incarico di Renzi (premier e segretario del Pd), sottolineando la necessità di un nuovo segretario. Renzi, però, tira dritto dicendo che bisognerà attendere il 2017 per poter gareggiare con lui.

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