Sport toccasana per la memoria se fatto dopo 4 ore dallo studio
Da Redazione
Giugno 20, 2016
Tutti sanno che l’esercizio fisico fa bene al corpo e la mente; pochi invece sanno che lo sport è un toccasana per la memoria. Ebbene sì, da uno studio pubblicato sull’autorevole magazine scientifico Current Biology emerge che fare sport dopo aver studiato permette di ricordare meglio i concetti; insomma, l’attività fisica fortifica la memoria. Unica avvertenza, però, è ricordarsi di attendere almeno 4 ore, altrimenti l’esercizio fisico non produrrà benefici per la memoria. Insomma, dopo aver studiato aspettate almeno 4 ore prima di indossare tuta e scarpe da ginnastica ed uscire per fare jogging.
L’interessante scoperta è stata fatta da un’equipe di ricercatori della Radboud University, in Olanda. Guillen Fernandez, coordinatore dello studio, ha affermato che allenarsi dopo 4 ore dallo svolgimento di attività intellettuali fortifica la memoria del 10% in più rispetto a chi non fa nulla o inizia ad allenarsi dopo molto tempo:
“Ci sono buone ragioni, derivanti da studi su animali, per credere che il rilascio di determinati neurotrasmettitori, come la dopamina e la noradrenalina, porti alla produzione di particolari proteine in grado di favorire il processo di memorizzazione. L’attività fisica vede proprio il rilascio di dopamina e noradrenalina”.
Lo studio olandese, se vogliamo dirla tutta, non fa altro che confermare il risultato di una ricerca condotta da un team di scienziati della Mayo Clinic qualche anno fa. In sostanza, nel 2012 è stato scoperto che determinati sport, come basket, nuoto e ciclismo potenziano i neuroni e non li fanno invecchiare, o comunque ne rallentano il progressivo decadimento. Sergio Lupo, esperto in Medicina dello Sport, ha spiegato:
“Sforzi ad intensità sottomassimale e prolungati nel tempo come quelli che si compiono facendo ad esempio marcia o canottaggio, durante i quali la respirazione e la frequenza cardiaca sono costanti, consentono al sangue di raggiungere quei distretti cerebrali che potrebbero non essere sufficientemente irrorati e ossigenati, impedendo così ai neuroni di andare incontro alla morte”.
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