State lontani da Facebook: sfrutta vulnerabilità umana, l’annuncio dell’ex presidente

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Social e Facebook sfruttano vulnerabilità umana

Social e Facebook sfruttano vulnerabilità umanaBisogna stare alla larga da Facebook e dagli altri social perché sono pericolosi? Sì, almeno stando a quanto riferito nelle ultime ore da Sean Parker, ex presidente di Facebook, nel corso di un convegno promosso lo scorso 8 novembre dal sito Axios presso il National Constitution Center di Philadelphia. Parker, ancora azionista di Facebook, ha affermato che i social network, tra cui Facebook, sono diventati molto popolari ed hanno incrementato i loro introiti mediante lo sfruttamento della vulnerabilità umana e la psiche. Nel corso dell’intervista-fiume, l’importante impresario statunitense ha rivelato dettagli inediti e scioccanti su Facebook e i social network, come quelli inerenti al segreto del loro successo. In Rete si può trovare anche un video del suo intervento all’evento organizzato da Axios.

L’imperativo di Facebook

Parker reputa che l’imperativo di Facebook è dare sempre una risposta al seguente interrogativo: ‘Come si fa ad assorbire il più tempo e la maggior attenzione possibile?’. Ecco perché il team dietro a Facebook ha sempre cercato qualsiasi stratagemma per spingere gli utenti a trascorrere il più tempo possibile sulla piattaforma. Di tutto ciò, ovviamente, avevano contezza i manager del colosso di Menlo Park.

“Abbiamo dato un po’ di dopamina all’utente di tanto in tanto, quando qualcuno mette un like o commenta su una foto per esempio. Questo vi farà desiderare di postare più contenuti, che porterà più ‘like’, commenti ecc”, dice Sean Parker, che ha lasciato il mondo Facebook nel 2005, dopo l’arresto per possesso di cocaina.

Parker adesso è allarmato per lo sviluppo del suo lavoro, della piega inquietante che ha preso. ‘Dio solo sa quale impatto può avere (Facebook, ndr) sul cervello dei nostri figli’.

Con un tono sardonico, alla fine dell’intervista, l’ex presidente di Facebook ha affermato che Mark Zuckerberg lo avrebbe certamente licenziato dopo un’intervista del genere.

Parker, che ha guadagnato miliardi da primo azionista del social network, ha quindi criticato l’effetto di Facebook su grandi e piccini. Il social in blu, secondo lui, muterà letteralmente il rapporto con la società, con la gente.

‘Gli inventori, i creatori… lo avevano capito, e lo avevamo fatto comunque’, ha precisato l’ex manager Facebook.

Sembra che la dipendenza da Facebook e dal web sia simile, a livello cerebrale, alla dipendenza dalla droga. Lo dimostrano le scansioni del cervello.

Gli effetti di Instagram, social di proprietà di Facebook, potrebbe aver addirittura un impatto peggiore sull’autostima dei giovani, portando ad avere un’immagine distorta del proprio corpo e favorendo insonnia e ansia.

La preoccupazione degli impresari della Silicon Valley

Tanti imprenditori della Silicon Valley sono preoccupati per la cosiddetta ‘guerra per la vostra attenzione’ iniziata dai giganti del web come Google e Facebook. In sostanza, si cerca di competere sul piano dell’interazione con gli internauti. Chi riesce a calamitare per più tempo l’attenzione degli utenti vince.

La rivelazione su Twitter di Tristan Harris, ex ingegnere di Google, è preoccupante: ‘La corsa alla base del cervello non è il mio parere, è la verità – sto descrivendo come funziona il sistema… Non si tratta di criticare l’industria tecnologica, si tratta della necessità impellente di riformare il funzionamento dell’economia dell’attenzione’.

L’ex presidente di Facebook ha molti soldi, nonostante non ricopra più nessuna carica nel popolare social. Negli ultimi anni ha fatto anche investimenti in grosse aziende come Spotify.

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