Tumore al seno si può guarire: l’importanza dell’alimentazione

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tumore-al-seno-prevenzione-autopalpazioneUna delle neoplasie che colpiscono maggiormente le donne è quella al seno. Grazie ai progressi della scienza, oggi il cancro alla mammella non mette più paura come in passato; peccato che molte donne non lo sanno. Secondo un recente sondaggio il 48% delle donne italiane considera il tumore al seno un male che non si può curare; il 35%, invece, non sa che si può prevenire. Non finisce qui. Poche donne conoscono l’autopalpazione e una minima percentuale, tra quelle che la conoscono, la praticano con regolarità.

Oltre 50mila nuovi casi di cancro al seno nel 2017

Il professore Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM ha affermato che l’anno scorso sono stati diagnosticate oltre 50mila nuovi casi di cancro al seno: ‘È la neoplasia più frequente in tutte le fasce d’età. A dimostrazione del livello globalmente raggiunto dal Sistema Sanitario Nazionale, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi nel nostro Paese raggiunge l’87% ed è più alta sia della media europea (82%) sia dei livelli registrati nei Paesi Scandinavi (85%) e in Irlanda e Regno Unito (79%). E a 10 anni l’80% delle pazienti italiane è vivo. La prevenzione primaria, basata cioè sugli stili di vita sani (no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante), e secondaria (adesione ai programmi di screening mammografico) sono le armi principali per sconfiggere questa neoplasia. Sappiamo infatti che, se si interviene ai primissimi stadi, le guarigioni superano il 90%’.

Tumore al seno si può curare anche in una fase avanzata

Un sondaggio condotto negli ultimi tempi dimostra che il 57% delle donne non sa che la neoplasia alla mammella può essere trattata anche in uno stadio avanzato. Il professor Pinto ricorda che attualmente la scienza e la medicina hanno a disposizione validi strumenti per trattare il tumore al seno anche in fase avanzata: ‘I trattamenti in questi casi sono rappresentati dalla chemioterapia, dall’ormonoterapia e dalle terapie a bersaglio molecolare che hanno prodotto significativi miglioramenti nella sopravvivenza e nella qualità di vita’.

L’esperto italiano ha dichiarato che in Europa sono stati introdotti potenti medicinali che rallentano lo sviluppo del cancro al seno nello stadio metastatico. Tali farmaci bloccano, in sostanza, le proteine chinasi ciclina-dipendente 4 e 6 (CDK-4/6), responsabili della crescita rapida e della divisione delle cellule neoplastiche.

L’autopalpazione

L’esperta Stefania Gori ha ricordato che in un quarto di secolo, dal 1989 al 2014, sono diminuite del 30% le morti per tumore al seno. Ciò è dovuto sia alle continue campagne di prevenzione che alle cure più efficaci e personalizzate: ‘Un ruolo fondamentale è svolto dallo screening mammografico, il primo step è però rappresentato dall’autopalpazione, un vero e proprio esame salvavita che la donna può eseguire da sola a casa. Va effettuata ogni mese a partire dai 20 anni, meglio se nella prima o seconda settimana dalla fine del ciclo mestruale, ed eventuali anomalie devono essere subito segnalate al proprio medico di famiglia’.

In occasione dell’autopalpazione, le donne devono prestare attenzione alla forma delle mammelle e all’eventuale presenza di noduli nei seni o nell’area ascellare. Non trascurare, inoltre, eventuali essudazioni dai capezzoli e cambiamenti della cute del seno.

Dai sondaggi è inoltre emerso che poche donne sarebbero disposte a cambiare stile di vita per prevenire il cancro al seno. Eppure, secondo i ricercatori, alimentazione sana ed esercizio fisico contribuiscono a ridurre molto il rischio della malattia.

Al Sud meno casi

Lucia Mangone, presidente AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) ha spiegato che ‘al Sud si registra un 23% in meno di casi di tumore del seno rispetto al Nord. Una differenza importante, che si correla alle differenti abitudini e stili di vita delle donne del Sud rispetto a quelle del Nord. Dall’altro lato però nel Meridione la sopravvivenza è inferiore e questo dato si correla alla minore adesione agli screening: nel 2015 solo il 36% delle donne ha eseguito la mammografia rispetto al 63% al Nord’.

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