Vittime della prostituzione: “Un’altra strada è possibile”

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Staffetta podistica

Staffetta podistica "Un'altra vita è possibile"Bisogna dire “no” allo sfruttamento della prostituzione, fenomeno dilagante in Italia e nel mondo. Tantissime donne, ogni giorno, vengono sfruttate da personaggi viscidi che vogliono solo massimizzare il loro profitto. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha promosso un altro interessante evento contro l’incresciosa tratta 

 

 

Per ricordare al mondo intero che la prostituzione va sempre e comunque contrastata, la Comunità Papa Giovanni XXIII ha promosso la staffetta podistica “Un’altra vita è possibile”, che inizierà il prossimo 13 maggio da Firenze e terminerà a Viareggio il giorno successivo. Secondo recenti dati le vittime dello sfruttamento della prostituzione, solo in Italia, sono tra le 75.000 e le 120.000. Un dato allucinante che fa riflettere sulla necessità di intervenire per contrastare il fenomeno, tenendo a mente che bisogna sanzionare duramente anche i clienti delle ‘lucciole’: è praticamente impossibile domare un incendio se c’è sempre chi lo alimenta. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha più volte sottolineato che ogni misura adottata per arginare la piaga dello sfruttamento della prostituzione deve colpire duramente anche i clienti, ovvero coloro che pagano per prestazioni sessuali. La staffetta podistica “Un’altra vita è possibile” partirà alle ore 18 di venerdì 13 maggio, in Piazza della Repubblica, a Firenze. Prima della gara, una vittima della tratta racconterà la sua storia. La gara podistica terminerà alle 17 del 14 maggio, a Viareggio. Come detto in precedenza, la staffetta podistica è frutto dell’iniziativa della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha cooperato con varie organizzazioni territoriali, come RUN X YOU.

Il trafficking, ovvero quel fenomeno dilagante negli ultimi tempi  del trasferimento delle donne da paesi poveri in nazioni ricche, dove diventano ‘schiave del sesso’, viene contrastato nella maggior parte delle nazioni europee ma, purtroppo, tantissime donne vengono sfruttate da organizzazioni criminali che mirano solo al loro rendiconto. Con la promessa di un futuro migliore, ragazze rumene, nigeriane, albanesi ed originarie di Paesi poveri vengono portate in nazioni come Italia, Francia e Germania e, dopo aver subito angherie e violenze di vario tipo, vengono costrette a ‘battere i marciapiedi’. E’ difficile eliminare il trafficking se non si elimina la domanda di sesso a pagamento; insomma per eliminare il traffico e lo sfruttamento delle prostitute occorre eliminare la clientela. Come? Ad esempio elevando sanzioni pesantissime agli avventori delle ‘lucciole’. Molte donne provenienti da zone povere del mondo arrivano in Europa poiché introdotte in un particolare traffico di esseri umani, quello dello sfruttamento sessuale. In base a un dossier dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, sono le donne nigeriane quelle che vengono avviate maggiormente alla prostituzione in Italia. In base a un’interessante indagine svolta da Al Jazeera, l’80% delle nigeriane che approdano in Italia diventeranno prostitute. Gli sfruttatori agiscono inizialmente nel paese natio delle donne, promettendo un futuro florido in Europa; capita spesso, inoltre, che i familiari delle ragazze paghino tali soggetti perché li reputano dei ‘salvatori’, senza sapere che sono degli spietati sfruttatori, dei lenoni. I sacrifici e i dolori, per tali ragazze, iniziano già dal viaggio verso l’Europa, come ha ricordato Graziella Scalzo, responsabile dell’associazione siciliana “Pellegrino della Terra”:

“Il viaggio stesso è un’esperienza mortificante, devastante, dove le donne vengono sottoposte a dei maltrattamenti e a delle violenze fisiche. In alcune situazioni sono saltate fuori delle maternità da queste violenze”.

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