Cavolfiore: quando piantarlo, il terreno ideale e tutto quello che c’è da sapere

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come coltivare cavolfiore

In estate, come in qualsiasi altra stagione è bene iniziare a pensare alla coltivazione del proprio orticello poiché solo in determinati periodi alcune piante possono essere piantate. E’ il caso del cavolfiore che deve essere seminato in estate per gustarne poi i suoi fantastici fiori bianchi tra l’autunno e l’inverno. Questo favoloso ortaggio è molto ricco sia di vitamine che sali minerali ed è un vero e proprio aiuto naturale per il benessere del nostro organismo.

Ma come bisogna seminarlo? Quel è il terreno più ideale per piantare i semini? Come bisogna essere curato nel periodo della sua crescita? Vediamo insieme quali sono le procedure da seguire per riuscire ad ottenere in autunno un abbondante e copioso raccolto di questo ortaggio davvero salutare e dalle molteplici proprietà benefiche.

Il cavolfiore

Il cavolfiore è un ortaggio che appartiene e viene catalogato alla famiglia delle Cruciferae o Brassicaceae. La sua caratteristica sta nei suoi particolari fiori bianchi, chiamati corimbi che insieme alle foglie verde smeraldo donano alla verdura un aspetto molto gustoso. Come detto in precedenza, il cavolfiore contiene molteplici proprietà benefiche. Come tutti gli altri ortaggi appartenenti alla famiglia specificata qualche rigo più su, il cavolfiore contiene in esso dei composti di solforo che hanno una azione anti-cancro.

Questi sono chiamati isotiocianati. Per godere a pieno di questa proprietà benefica, il cavolfiore andrebbe assunto preferibilmente a seguito di una cottura leggera, quasi a crudo e magari conditi in insalata con un filo di olio di oliva e pochissimo sale, che fa male alla pressione. Questo perché gli isotiocianati, con le alte temperature, vanno a deteriorasi.

Uno svantaggio, però che comporta il consumo di cavolfiore, è quello di peggiorare la regolarizzazione dei valori tiroidei. Infatti, questo ortaggio come le altre crucifere va ad agire in modo sbagliato e non aiuta i disturbi a carico della tiroide. In questo caso il consumo del cavolfiore dovrebbe essere ridotto a minimo e sempre attraverso una cottura veloce o anche a vapore.

Quale terreno scegliere

Come detto nei paragrafi precedenti, per coltivare il cavolfiore bastano poche e semplici mosse poiché il procedimento è davvero semplice. Di sua natura, il cavolfiore va a prediligere un terreno che rimanga di medio impasto, quindi né con moltissima presenza di sabbia né di argilla. Una delle caratteristiche fondamentali è che il terreno nel quale si decide di piantare questo ortaggio sia ricco e copiosamente fornito di humus. Per il terreno serve che il ph abbia un valore che si aggiri tra il 6,5 e il 7. qualora il ph del nostro terreno sia inferiore a questi valori, allora potremmo aggiungere della calce agricola che contenga magnesio. Per far sì che il terreno diventi ideale, questa operazione deve essere eseguita almeno un mese prima dalla semina dell’ortaggio. Così facendo potremmo evitare o quantomeno ridurre il rischio della cosiddetta ernia del cavolo o anche di malattie fungine.

Anche la fase della concimazione è fondamentale e per alcuni aspetti delicata, quindi è un bene seguire la procedura alla lettera. Nel terreno si potrebbe anche somministrare del fertilizzante composto con una dose che va dai 60 ai 100 gr per ogni metro quadro del terreno. Il tipo di fertilizzante da utilizzare potrebbe essere quello di tipo 15/15/15 ed è importante, passato un mese dalla semina, andare ad aggiungere intorno alla piantina che inizierà a spuntare uno o anche due cucchiaini di concime azotato. In questo caso si potrebbe scegliere tra il nitrato d’ammonio o anche l’urea. Se si utilizza, invece, un composto o un letame allora la dose dovrebbe essere 4q/100mq concimando a fondo prima di effettuare il trapianto.

Il clima più adatto

Il clima più adatto per quanto riguarda la coltivazione del cavolfiore dovrebbe essere temperato caldo, ma non troppo secco e quindi con siccità e’ importante non piantare l’ortaggio in una zona estremamente arida soprattutto nella fase iniziale della crescita della pianta. Una volta piantato il seme e concimato il terreno, bisogna annaffiare la piantina almeno una volta alla settimana o anche due.

La raccomandazione è che nel terreno non si creino ristagni per non danneggiare la pianta. Un’altra fase da seguire è quella dell’estirpazione di tutte le piante adiacenti all’ortaggio seminato, che potrebbero infastidire la nuova piantina o sottrarre luce, nutrimento o anche acqua alla nostra coltivazione.

Se si sceglie di piantare il cavolfiore in semenzaio allora bisogna piantare il seme ad un centimetro di profondità e costantemente umido sia nel periodo della germinazione che in quello del primo sviluppo della pianta. Nelle ore del tramonto, passati all’incirca 40 giorni, è possibile trapiantare il seme nell’orto. Tutte le piantine devono avere una distanza tra loro di almeno 55/60 centimetri. Se volete saltare questa fase, allora potete acquistare al vivaio le piantine che saranno poi direttamente da trapiantare.

A seconda della tipologia di cavolfiore, la raccolta può avvenire in differenti fasi. Se la piantina è appartenente a una varietà precoce, allora la maturazione può avvenire intorno al mese di ottobre mentre se tardiva si potrebbe verificare anche intorno al mese di aprile o maggio. L’esatto momento per raccogliere un cavolfiore è quando, al tatto, la testa risulta essere ancora molto soda e compatta. Questo per poi evitare che i fiori, quindi i corimbi, inizino ad assumere un colore verdognolo. Per evitare ciò bisogna avvolgere le foglie verdi grandi che circondano la testa con un elastico. Se la testa ha queste caratteristiche non servirà altro che estrarre la pianta, ormai pronta, dal terreno ed il gioco è fatto. buon appetito a tutti voi.

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