Chi era Imane Fadil, la modella testimone al processo Ruby contro Berlusconi morta a 34 anni

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Imane Fadil, modella testimone al processo Ruby

La morte di Imane Fadil a 34 anni apre un capitolo importante nell’ambito della magistratura italiana. Non soltanto per quello che era il suo ruolo fondamentale nell’ambito del processo Ruby ter, che vede tra gli imputati l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma anche per la sua morte che si sospetta – stando alle sue parole ripetute più volte alla famiglia e ai cari – sia avvenuta per avvelenamento.

Chi era Imane Fadil

Imane Fadil è un nome indissolubilmente legato alla politica italiana e a quelli che sono stati i fatti di Arcore, più volte denunciati e oggetto di processo. Stando a quanto si conosce sulla donna, la modella di origine marocchina sarebbe figurata nell’elenco delle 32 donne maggiorenni coinvolti negli scandali sessuali di Arcore, che facevano capo direttamente a Silvio Berlusconi, Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti.

La Fadil ha partecipato ad otto “cene eleganti” tenutesi nella residenza dell’ex Presidente del Consiglio. Gli appuntamenti sono passati alla storia, poi, come lo scandalo del Bunga Bunga che ha dato il via a processi e accuse per prostituzione e induzione alla stessa.

La denuncia di Imane Fadil: ad Arcore c’era il Male

La modella di origine marocchina, che aveva scelto solo a gennaio di costituirsi parte civile nell’ambito del processo Ruby ter, aveva più volte denunciato gli scandali che si erano verificati ad Arcore, prendendo parte anche al processo Ruby bis e andando ben oltre lo scandalo sessuale di cui tutti erano a conoscenza.

Le sue dichiarazioni, che facevano riferimento addirittura a presenze maligne e pratiche sataniche, erano state fin da subito molto forti, ma avevano contribuito a smuovere l’opinione pubblica nei confronti del fenomeno: “Voglio raccontare tutto. La cosa non si limita a un uomo potente che aveva delle ragazze. – raccontò in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano – C’è molto di più in questa storia, cose molto più gravi”.

La modella dichiarò di essere poi sensitiva fin da bambina, e di aver percepito – all’interno del castello di Arcore – spiriti e presenze demoniache che l’avevano indotta a non prender più parte agli eventi passati alla storia come Bunga Bunga. La Fadil ammise di non aver mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi. 

Sequestrata la bozza di un manoscritto di Imane Fadil

L’esperienza e le dichiarazioni rilasciate nel tempo da Imane Fadil sarebbero state tutte raccolte all’interno del suo libro, che – a suo dire – avrebbe fatto sapere tutta la verità al mondo. Proprio la bozza del suo manoscritto può costituire una parte fondamentale degli effetti personali in grado di indirizzare l’inchiesta in merito alla sua morte.

Francesco Greco, procuratore capo di Milano, ha così affermato:  “Sono in corso gli accertamenti sui campioni di sangue prelevati durante il ricovero – ha spiegato – non si può escludere nessuna pista visto che dalla cartella clinica non emerge nessuna malattia specifica”. Elemento importante sono state le numerose telefonate che Imane Fadil ha effettuato nel tempo, all’interno delle quali ha affermato di essere stata avvelenata. Per questo motivo la procura è alla ricerca di possibili testimoni che possano o meno smentire quanto si sa. Tra gli oggetti personali, invece, il manoscritto può essere un jolly molto importante: per questo motivo è stato sequestrato per ulteriori indagini.

La morte di Imane Fadil e l’inchiesta per avvelenamento

La morte di Imane Fadil, avvenuta il 1 marzo 2019, è stata portata all’attenzione mediatica di tutta Italia soltanto qualche settimana dopo. La procura di Milano ha scoperto della morte della modella di origine marocchina soltanto una settimana dopo, quando il difensore della Fadil si è rivolto alla magistratura per ottenere dettagli in merito al suo stato di salute.

Il ricovero della donna c’era stato il 29 gennaio, a seguito della decisione di Imane Fadil di costituirsi parte civile nel processo Roby ter che vedeva, tra gli imputati, l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La morte della modella di origine marocchina è legata a un mistero che potrà essere chiarito soltanto dall’autopsia: la procura di Milano, infatti, ha aperto un fascicolo per omicidio. La modella potrebbe essere stata avvelenata.

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