Giovani italiani più poveri di nonni e genitori: lavoro e pensione mere illusioni

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In Italia manca il lavoro e molti giovani sono costretti a vivere, anzi a sopravvivere, grazie agli aiuti di nonni e genitori. Per questo motivo il Paese si sta svuotando, i ragazzi italiani si recano in altre nazioni per realizzarsi e vivere dignitosamente. L’Italia, ogni anno, ha sempre la stessa immagine, quella di una nazione che offre poco ai ragazzi. E’ decisamente allarmante il recente quadro dell’Italia offerto dalla Caritas. Nel Bel Paese, in soldoni, più si è giovani e più si è poveri. L’indigenza è proporzionale alla giovane età. Anni fa, i più penalizzati erano gli ultrasessantacinquenni; oggi invece quelli che soffrono di più sono gli under 34; anzi, la loro condizione è di gran lunga peggiore rispetto a quella in cui versavano gli anziani, una decina di anni fa.
Nelle ultime ore è stata presentata a Roma la relazione ‘Futuro anteriore’ su indigenza giovanile ed esclusione sociale.

Un ragazzo su 10 in condizione di povertà assoluta

Per la Caritas un ragazzo su 10 vive in una condizione di povertà assoluta; 10 anni fa, invece, viveva in tale condizione un ragazzo su 50. Il quadro è chiaramente peggiorato per i giovani, mentre per gli over 65 è migliorato. In Italia, poi, vivono 1 milione 292mila minorenni in uno stato di povertà assoluta. Condizioni peggiori nei nuclei familiari dove ci sono 3 o più figli.

‘Il futuro di molti giovani in Italia non è serenamente proiettato verso l’avvenire – dice Nunzio Galantino, segretario generale dei vescovi – i ragazzi guardano il futuro con la testa indietro, con lo sguardo rivolto al passato, che consegnava loro quantomeno una prospettiva. Invece i dati ci dicono che i figli stanno peggio dei genitori e i nipoti peggio dei nonni’.

Difficile per i ragazzi vivere in Italia, dove tutto è un miraggio, a partire dal lavoro. Per gran parte di essi è un’utopia acquistare una casa o metter su famiglia col partner. La pensione, poi, è poco più di un’illusione.

La Caritas, l’anno scorso, ha eseguito più di 450mila interventi di ascolto, consulenza e orientamento, mentre ha dato alloggio ad oltre 270mila persone. Dati ovviamente allarmanti.

Il segretario della Cei ha aggiunto: ‘Da credenti non smetteremo mai di aggirarci per le strade in cui i poveri ci sono. Non mi convincono invece i professionisti dell’indignazione, uno sport molto vicino a quello dello scaricabarile. L’indignazione è fine a se stessa, in questo siamo un popolo da podio’.

Tra tirocini inutili e lavoretti sottopagati

Per descrivere perfettamente la situazione in cui versano i giovani italiani si dovrebbe usare l’hashtag #maiunagioia. La domanda è: fino a quando i ragazzi italiani dovranno svolgere tirocini per non ritrovarsi nulla in mano? Fino a quando si dovranno fare esperienze lavorative gratuite e lavoretti pagati pochissimo. Senza contare la tristezza successiva all’invio dei CV: le risposte non arrivano mai, e quando arrivano riguardano contratti precari.

Non bisogna essere economisti per capire che in Italia i giovani sono in ginocchio, ma non se la passano bene neanche i quarantenni e i cinquantenni. Speriamo che un politico ‘illuminato’, in futuro, sappia risolvere, una volta per tutte, questa grave grana italiana.

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