Laureati lombardi: eccellenze italiane, peccato che se ne vanno all’estero

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In Italia i giovani si laureano sempre prima. In Lombardia, ad esempio, l’età media dei laureati è 25 anni. Il voto medio? 101. Il 7% dei neolaureati lombardi, poi, sceglie di lasciare l’Italia: Regno Unito, Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti e Belgio sono le mete preferite.

Di questi dati si è parlato all’Università di Milano Bicocca, durante una conferenza a cui ha partecipato anche Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro, Università e Ricerca Cristina Tajani.

“Sebbene i laureati delle università milanesi e lombarde mostrino performance occupazionali migliori della media nazionale e le ultime tendenze indichino una maggiore dinamicità del mercato del lavoro, il quadro complessivo che emerge dall’indagine è ancora un quadro in chiaro-scuro. A un anno dalla laurea, infatti, gli occupati con contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) sono poco meno del 40% con uno stipendio medio di circa 1.000 euro al mese”, ha dichiarato la Tajani, aggiungendo che c’è bisogno di “politiche più efficaci a sostegno dell’occupazione giovanile per evitare di disperdere non solo competenze e capitale umano, ma anche risorse investite nella formazione dei giovani di cui sempre più spesso si avvantaggiano i paesi di destinazione dei nostri laureati. Come Amministrazione siamo impegnati, insieme alle università milanesi, a rendere attrattiva la città anche per studenti e laureati stranieri e abbiamo dato vita a Welcome Talent, un programma per finanziare progetti d’impresa innovativa promossi da team internazionali che scommettano su Milano come luogo di insediamento di nuovi progetti e di rientro di talenti espatriati”.

Male al Sud, invece. Ogni anno tantissimi giovani che vivono nelle regioni meridionali e nelle isole si recano al Nord per iniziare gli studi universitari.

Il prof. Giancarlo Gasperoni, curatore del XVII Rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati, ha detto che “la fuga dei cervelli è oltretutto asimmetrica, non compensata da una capacità di attirare dall’estero capitale umano altrettanto qualificato. Nel complesso si registra dunque un deficit di equità e di efficienza che esige un maggior impegno sul piano dell’allocazione delle risorse.

Da un recente rapporto Almalaurea è emerso che solo 45 ragazzi su 100 riescono a laurearsi in corso. Molti per problemi di studio; altri perché devono alternare studio e lavoro.

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