Videogiochi creano dipendenza? La risposta di un docente
Da Redazione
Marzo 01, 2018
Un team di studiosi dell’università di York, in Gran Bretagna, ha confutato una credenza risalente, ovvero quella del legame tra videogiochi e aggressività. Non solo i videogames non renderebbero violenti ragazzi e adulti ma avrebbero un effetto diametralmente opposto. I ricercatori inglesi si sono concentrati anche sul priming, ovvero lo stimolo a cui si viene esposti durante un gioco. Si è sempre detto, infatti, che lo stimolo a cui un soggetto è sottoposto durante un gioco influenza le reazioni nella vita reale. Un giocatore, in sostanza, tenderà a replicare nella vita reale atteggiamenti ‘virtuali’. Beh, sembra che le cose non vadano proprio così.
Cos’è l’effetto priming?
Il team britannico ha chiesto ai volontari di cimentarsi in un videogame in cui diventavano macchine che dovevano evitare lo scontro con un camion o topi che dovevano evitare i gatti. Al termine della sperimentazione, i ricercatori si sono resi conto che non sempre i volontari riconoscevano subito automobili o topi alla vista delle immagini ritraenti macchine e roditori.
‘Se i giocatori avessero subito l’effetto del priming, grazie all’immersione in questi concetti attraverso il videogioco, avrebbero dovuto essere in grado di categorizzare l’oggetto mostrato molto velocemente. Ma così non è stato. Per esempio chi si è misurato con il gioco delle automobili non è stato più svelto a riconoscere i veicoli di chi aveva giocato con gatto e topo. Anzi, in alcuni casi, è stato più lento’, ha detto David Zendle, autore della ricerca e insegnante presso il dipartimento di Scienze dell’informatica dell’Università di York.
Mondo dei videogiochi riabilitato
Giuseppe Riva, docente di Psicologia della comunicazione e Psicologia e nuove tecnologie della comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano ha spiegato che l’effetto priming ‘era uno dei cavalli di battaglia dei precedenti studi che condannavano i videogiochi. Questa ricerca lo demolisce con esperimenti molto rigorosi. Tra l’altro è una delle più vaste mai condotte sull’argomento. L’università di York ci dice due cose importanti: che forse gli studi precedenti non erano così rigorosi e avevano preso in considerazione un campione di persone troppo esiguo, e che ora si può aprire la riabilitazione del mondo dei videogiochi. Si possono esplorare le potenzialità positive, per esempio come fonte di apprendimento per bambini e ragazzi’.
Maggiori pericoli dai videogiochi online
L’equipe britannica di ricercatori si è concentrata anche sulla dipendenza dai videogiochi. Il professor Riva ha sottolineato che l’unico pericolo, elencato tra l’altro in numerosi trattati di psichiatria, è la dipendenza da videogiochi, specialmente se sono online, ovvero usufruibili sempre, giorno e notte.
Il pericolo è che i ragazzi possano costruirsi un alter ego virtuale, possano crearsi così un mondo virtuale e, pian piano, allontanarsi dal quello reale.
Il docente della Cattolica di Milano afferma che le conseguenze della dipendenza dai videogames possono essere anche traumatiche, come il progressivo allontanamento dal mondo reale e la diserzione dello studio. ‘Il problema è che i videogame sono spesso molto stimolanti e offrono un’alternativa più soddisfacente alla vita quotidiana. Sono come il cioccolato. A piccole dosi fa bene ma se si mangiano due tavolette al giorno gli effetti sono decisamente negativi’, spiega il professor Riva, aggiungendo che rischiano maggiormente gli under 6, che ‘giocano con lo smartphone di mamma e papà per riempire il tempo. Ma un uso superiore ai 30-40 minuti porta il piccolo a costruirsi una necessità di stimoli sempre nuovi. Non riesce più a stare tranquillo senza suoni, immagini in movimento, colori. Ecco perché oggi molti scolari delle elementari hanno difficoltà a stare in classe davanti a un libro’.
Giocare ai videogames sì, dunque, ma il giusto. L’eccesso è dannoso. Meglio dedicare più tempo all’aria aperta, meglio lo sport e l’esercizio fisico.
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